Oligàrkia

Crazy Meeting ~, Dean - Lucy

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 29/10/2013, 23:46
Avatar


Group:
Semidei
Posts:
12,391
Location:
~ An Unseen world ~

Status:


SYKEA2Z
Era veramente tanto tempo che la nostra Lucien non andava in spiaggia.
Su Zante aveva la possibilità di fare il bagno ogni giorno che desiderava dato che viveva vicino al mare.
Zante aveva un luogo famoso chiamato spiaggia delle tartarughe dove a volte si riunivano le tartarughe a deporre le uova. Lei aveva visto questo spettacolo varie volte ed ogni volta la emozionava tantissimo.
Oggi però si sarebbe concentrata solo su se stessa e avrebbe fatto qualche bracciata nel mare cristallino del Golfo della Sicilia.
Il suo costume da bagno era uno dei tipico costumi a due pezzi, molto femminile e di uno spiccato colore rosa il colore preferito della dolce Lucien.
Era quasi l'ora di cena e la nostra piccola, dopo aver fatto un lungo bagno nel mare, sentiva il bisogno di andare ad asciugarsi sul telo bianco lasciato in spiaggia.
Lo prese e lo avvolse intorno al corpo facendolo aderire bene intorno a se'.
Si sedette un attimo ammirando quello che si preannunciava uno spettacolare tramonto.
Tristezza, malinconia e frustrazione però erano leggibili sul volto della nostra bella Lucien che ogni volta che però vedeva il mare, pensava al suo defunto marito e a volte credeva veramente che non lo avrebbe rivisto più…
Con qualche goccia di lacrime negli occhi Lucien continuò ad ammirare il tramonto a lei dinnanzi anche se aveva come la sensazione di essere osservata…
- Sarà solo un presentimento nulla più… - pensò la piccola mentre si oservò per qualche istante intorno.


«Parlato»
- Pensato -

Code by Aika~chan
 
Top
view post Posted on 30/10/2013, 00:31
Avatar

Alla fine del mondo, vedrai, i nostri sogni diventano VERI

Group:
Dei
Posts:
8,248
Location:
ovunque e da nessuna parte

Status:


dionisoname
*Nonostante l'estate fosse ormai finita per lasciare il posto all'autunno, l'aria era ancora decisamente calda, sul mar Mediterraneo.
Di giorno il sole splendeva con forza considerevole, per il periodo dell'anno, e l'aria rinfrescava solo dopo il tramonto.
Andava da sè che chiunque ne avesse la possibilità cercava modi per sfuggire alla calura, anche se praticamente più nessuno si recava più in spiaggia.
Quel giorno, però, il sole era sorto particolarmente caldo e forte, in cielo non c'era nemmeno una nuvola di quelle bianche e soffici dal veloce e leggero passaggio, e gli aliti di vento erano stati più rari di quanto fossero stati in certe giornate d'estate.
Su sull'Olimpo, poi, così vicini al punto in cui il caro Apollo amava vagare col suo carro del sole, il caldo era ancor più insopportabile.
Il Dio del Vino aveva quindi passato la prima parte della giornata in piena sofferenza, rintanato nel suo antro buio nascosto nella zona privata del suo tempio, nascosto nella sua stanza con tende e finestre completamente chiuse, nella convinzione che al buio avrebbe avuto modo di rinfrescarsi un pò con l'ombra naturale e di trovare sollievo.
Ma il tentativo era stato vano, perchè quella chiusura praticamente ermetica non aveva fatto altro che rendere l'aria della camera da letto ancor più pesante, fin quasi a farla diventare irrespirabile.
Il rosso aveva tentato di rimanere completamente fermo immobile nel letto, torso nudo e braccia incrociate a mò di cuscino dietro la testa, ma nonostante stesse completamente immobile sentiva comunque che l'aria attorno lo stava soffocando.*
Oooh, al diavolo...
*Perciò, in barba al calendario e alle stagioni, decise di scendere giù sulla Terra, magari di andare in qualche luogo più fresco dell'Olimpo alla ricerca di un pò di refrigerio.
Inizialmente aveva in mente di andare semplicemente a bere qualcosa di freddo da qualche parte, ma poi gli saltà per la testa la balzana idea di immergersi direttamente in un qualche tipo di liquido fresco... e la successiva decisione di recarsi in spiaggia venne da sè.
Si infilò dunque rapidamente un semplice quanto anonimo costume nero a boxer, agguantò un telone rosso scuro e uscì dal tempio senza nemmeno prendersi la briga di infilarsi ai piedi un qualche paio di scarpe.
In effetti, appena fuori, usò il suo solito metodo per spostarsi dall'Olimpo alla Terra, ovvero, semplicemente, lasciò che la sua essenza scomparisse da un luogo per comparire in un altro.
Una spiaggia bianca, coperta di soffice sabbia sottile e completamente deserta, almeno per il momento.
L'acqua era calma e cristallina, i riflessi della luce creavano piacevoli e strani giochi di colore che la facevano somigliare a una gemma.
Una fredda, stupenda gemma preziosa, pronta ad accoglierlo e a donargli sollievo dall'opprimente calura di quella giornata..
Il rosso non ci pensò due volte: lasciò cadere il telo dietro di sè e si diresse a lunghi passi verso l'acqua, non perdendo tempo a immergersi per lasciarsi avvolgere dall'abbraccio delle onde.
Fu bellissimo sentire la fredda sensazione del primo impatto con l'acqua, quasi come se qualcuno avesse improvvisamente deciso di dargli una svegliata.
Rimase immerso per qualche istante, o forse per più di "qualche"... fosse stato per lui avrebbe potuto rimanere immerso per ore.. dopotutto era immortale, non aveva certo problemi nel trattenere il respiro per quanto tempo volesse.
Lasciò dunque che il fresco scorrere dell'acqua lo circondasse per un pò, battendo lentamente i piedi sotto la superficie e tenendo gli occhi aperti per guardarsi intorno, mentre avanzava sott'acqua.
C'era tutto un mondo, laggiù, a lui quasi completamente ignoto.
Certo, un paio di volte era andato a fare visita a suo zio Poseidone nel suo regno in fondo al mare, ma era successo quando ancora era poco più che un ragazzino, e non gli era parsa un'esperienza esageratamente esaltante.
Preferiva il frenetico scorrere della vita di superficie, piuttosto che la monotonia della vita sottomarina.
Anche perchè laggiù non poteva bere il suo adorato vino.
Insomma, come poteva sopravvivere stando lontano dal suo prezioso nettare rosso per più di qualche ora?
No, per lui sarebbe stata una sofferenza decisamente troppo grande, perciò non era particolarmente attratto dalla vita isolata che avrebbe potuto avere laggiù, sotto al mare, lontano dagli sguardi indiscreti dei suoi cosiddetti familiari che dimoravano sull'Olimpo.
Ma doveva ammettere che invece rifugiarsi tra le onde in quei momenti di totale insofferenza causati dal caldo era invece decisamente piacevole.
Non seppe per quanto tempo rimase sott'acqua a nuotare placido... di tanto in tanto riemergeva per un attimo, prendendo un altro profondo respiro per poi reimmergersi, ma si poteva dire che avesse fatto quella specie di nuotata praticamente in un'unica immersione.
Ad ogni modo, quando fu stufo di osservare la fauna locale nascondersi tra le alghe al suo passaggio, il Dio dello strepito riemerse in una piccola, lucente cascata di schizzi.
La luce del sole arancio del tardo pomeriggio gli illuminò la pelle bagnata, mentre gettava la testa indietro e socchiudeva gli occhi per riabituarli all'aria fuori dall'acqua e per proteggerli dagli schizzi provenienti dai capelli.
La cassa toracica tornò a dilatarsi dopo un lungo periodo passato sotto pressione e la schiena si inarcò mentre lui sollevava per un attimo lo sguardo al cielo.
Era già quell'ora?
Aveva davvero passato tutto quel tempo in acqua?
Si osservò le mani, sfiorandosi il polpastrello dell'indice con quello del pollice, e in effetti notò che la pelle di quel suo corpo umano era decisamente raggrinzita, nel tipico strano aspetto dato da troppo tempo passato in immersione.
Gli venne quasi da sorridere per un attimo, poi portò quella stessa mano tra i capelli, scostando indietro i ciuffi rossi, diventati del colore del sangue rappreso, a causa del fatto che erano completamente zuppi, dopo il bagno.
Nel compiere quel gesto cominciò ad avviarsi nuovamente verso la spiaggia, il corpo che luccicava a causa della presenza di piccole, lucenti gocce di acqua salata che gli scorrevano lungo la pelle liscia come seta.
A causa del fatto che aveva tenuto gli occhi aperti sott'acqua per tutto il tempo, fece un pò di fatica a riaprirli completamente per orientarsi sulla spiaggia e andare alla ricerca del suo asciugamano... e quando, ormai praticamente fuori dall'acqua, riuscì a rimettere a fuoco, anzichè vedere la spiaggia deserta con sopra solo il suo inconfondibile asciugamano rosso, vide... una ragazza.
La cosa lo stupì, lo sorprese e lo divertì al contempo, facendo nascere un sogghigno sul suo viso e portandolo a sospirare tra sè e sè.
Era decisamente una bella visione, accidenti, nonostante la presenza di quell'incomodo asciugamano, che pareva fare la parte dell'intruso, della barriera tra i suoi occhi e il corpo della fanciulla dai capelli dall'improbabile colore rosato.
Anche lei si era bagnata nel mare, si vedeva dal modo in cui le porzioni scoperte della sua pelle liscia luccicavano debolmente, nonchè dal fatto che la liscia massa di capelli rosati fosse più o meno bagnata.
Avrebbe voluto ammirarla meglio, godersi la perfezione di quel corpo sinuoso alla luce del tramonto... ma doveva ammettere che nonostante l'asciugamano, le forme della ragazza erano comunque piuttosto in evidenza, tutto grazie alla forma del costume che indossava, che metteva decisamente in risalto la sua... mercanzia, se così la si vuol chiamare.
Il sorrisetto tra le labbra del Dio si allargò, mentre i suoi piedi tornavano ad essere all'asciutto sulla sabbia.
La modernità aveva decisamente dei lati positivi, e uno di questi era di sicuro l'evoluzione della moda: lui personalmente aveva avuto modo di assistere dal vivo al passaggio dalla totale copertura del corpo femminile.... fin quasi all'estremo opposto, perchè oggettivamente in quell'epoca le ragazze non facevano altro che mettere continuamente in mostra quel che avevano da offrire, vuoi con vestiti incredibilmente scollati e poco coprenti, vuoi con abiti aderenti che lasciavano poco o nulla all'immaginazione.
Sì, gli piaceva decisamente, la moda umana.
E gli piaceva attaccare bottone con giovani, splendide fanciulle che non conosceva...
I denti gli morsero il labbro inferiore, mentre si avvicinava con aria quasi distratta alla ragazza, facendo finta di dirigersi al proprio asciugamano, che tra l'altro era anche decisamente vicino al punto in cui lei si trovava, a non più di quattro o cinque passi di distanza.
In un primo momento le passò davanti semplicemente limitandosi a guardarla mentre camminava, in parte per lanciarle un'occhiata più da vicino, in parte per farle capire che l'aveva notata.
Come avrebbe potuto non notarla, poi, visto che c'erano solo loro, su quella spiaggia?
Questo particolare pensiero fece nascere in lui strani istinti, istinti che in effetti aveva tenuto sopiti ormai da qualche tempo, e che come al solito aspettavano solo il più piccolo stimolo per rispuntare fuori.
Gli scappò un secondo sospiro, mentre si chinava a raccogliere l'asciugamano e se lo portava tra i capelli, per asciugarli alla bell'e meglio.
Due sconosciuti soli su una spiaggia... chissà dove quella situazione sarebbe potuta andare a parare?
Beh, c'era un solo modo per scoprirlo.*
Che ci fa una bella fanciulla tutta sola su una spiaggia?
*Una domanda più che lecita, tutto sommato, visto e considerato che era davvero completamente sola.
Come lui, d'altronde, ma per un ragazzo poteva farsi un discorso diverso, lui decisamente correva meno "pericoli" nell'andare in giro da solo.
Pensiero che gli fece allargare il sorriso tra le labbra, a dire il vero.*
Cercavi anche tu un pò di refrigerio dal caldo di oggi?
*Sapeva di aver attaccato bottone in maniera decisamente troppo diretta, ma non gli importava minimamente.
Così come, probabilmente, non gli sarebbe importato se lei avesse cercato di fuggire, allontanarsi senza rispondere o altro.
Se lei avesse detto di no, sarebbe andato a cercarsi qualche altro passatempo.*
 
Top
view post Posted on 3/11/2013, 23:01
Avatar


Group:
Semidei
Posts:
12,391
Location:
~ An Unseen world ~

Status:


SYKEA2Z
Forse avrebbe fatto meglio a fidarsi del suo presentimento perchè a quanto pare non era sola in quella spiaggia paradisiaca.
Un giovane ragazzo dagli capelli di un accesso rosso fuoco pareva osservarla in modo piuttosto sfuggente, ma sempre concentrato su di lei.
In un primo momento la piccola Lucy non si era accorta del secondo individuo sulla spiaggia, era troppo assorta nei suoi pensieri, nei suoi ricordi per poter prestare un'immediata attenzione al ragazzo che lentamente si stava avvicinando a lei.
Si accorse della sua presenza solo quando lui inizio a rivolgerle una serie di domande.
La nostra Lucien girò la testolina osservandolo con i suoi grandi occhi azzurro cielo in modo forse interdetto: non si aspettava di certo che qualcuno le chiedesse il perchè fosse in un luogo simile a quest'ora anche se lei percepiva un doppio scopo in ciò che le era stato detto.
La ragazza si limitò solo ad osservarlo con i suoi grandi occhi blu cielo con aria un poco stupita ma anche con ingenuità, un'ingenuità tipica di quella dei bambini che di solito spuntava sul viso della piccola Lucy.
Alla seconda domanda del ragazzo si comportò in modo ancora più infantile di prima: facendo sì con la testa si rannichiò su se stessa osservando il giovane sempre con fare timido e timoroso.
Era normale che lei si comportasse in questo modo con le persone estroverse dato che cercava di evitare questo tipo di persone essendo lei un poco timida anche se quel ragazzo non le era parso cattivo.
Sarebbe solo rimasta lì a vedere come si sarebbe evoluta la situazione e che cosa sarebbe successo.


«Parlato»
- Pensato -

Code by Aika~chan
 
Top
view post Posted on 3/11/2013, 23:30
Avatar

Alla fine del mondo, vedrai, i nostri sogni diventano VERI

Group:
Dei
Posts:
8,248
Location:
ovunque e da nessuna parte

Status:


dionisoname
*Grave errore, quello di comportarsi in maniera ingenua con una persona come il Dio della Follia.
Grave errore farlo a prescindere, con qualcuno che non si conosce, a dire il vero, o almeno questo avrebbe pensato lui normalmente, se non fosse stato così drammaticamente preso dal cercare di attaccare bottone in qualche modo con quella splendida fanciulla dall'assurdo colore di capelli.
In effetti gli capitava spesso di cercare di irretire la gente, perciò per lui il modo di porsi ingenuo e conciliante tipico delle persone che vedono sempre un pò di buono in chi gli sta di fronte, non poteva che essere una manna dal cielo.
Gli dava modo di avvicinarsi tranquillamente, magari all'inziio con fare tranquillo, conciliante, perfino dolce e comprensivo, se era ispirato... per poi "attaccare", nella maniera preferita a seconda del momento.
A volte poteva capitare che semplicemente si arrischiasse ad attuare contatti leggermente più "intimi" del dovuto, altre che si limitasse ad avvicinarsi un pò di più, a lasciare nella mente di chi si trovava di fronte il desiderio di conoscerlo meglio, senza però ovviamente soddisfarlo... e altre volte, invece, si ritrovava in situazioni tali da far cadere come sottili veli le già poche inibizioni che possedeva.
Quella pareva essere una giornata appartenente all'ultima categoria.
Era un pò che non gli capitava di lasciarsi completamente andare, troppo impegnato nelle faccende dell'Olimpo, magari, oppure più semplicemente troppo sorpreso dal fatto di trovarsi di fronte a persone che non erano semplici Umani, come gli era capitato per ben tre volte nel corso di un periodo di tempo tutto sommato abbastanza breve.
Quel giorno non gli importava minimamente chi avesse di fronte, cosa fosse o quali fossero le sue capacità: il suo umore era maledettamente altalenante, e aveva bisogno di qualcosa che lo tenesse... impegnato.
Impegnato nella sua maniera preferita, ovvero nel cercare di convincere qualcuno a "deviare" la propria strada, ad abbandonare il suo tragitto sicuro per seguirlo in quello decisamente più tortuoso e pericoloso che portava dritto dritto verso la perversione più nera.
Sì, traviare un pò quel dolce faccino gentile sarebbe stata un'occupazione decisamente divertente... sempre che lei avesse deciso di parlargli.
Un sogghigno gli si formò tra le labbra al vederla non rispondere, o meglio, rispondere limitandosi semplicemente ad annuire.
Pareva che fosse quasi troppo timida per rivolgergli la parola, e la cosa non faceva altro che attirarlo ancor più pericolosamente verso di lei, un pò come una falena attratta dall'intensa luce di un fuoco acceso nel buio più totale, solo che in quella situazione pareva essere il fuoco a voler inseguire la falena.
E il bello era che non aveva alcuna intenzione di lasciarla scappare.. no... l'avrebbe inseguita fino a chiuderla in un angolo, se necessario, per poi bruciarla... arderla fin nel profondo e portarla via con sè...
Maledizione, quelle stupidissime fantasie bastavano a rendere il suo respiro un pò più pesante.
Probabilmente era addirittura più perso di quanto non credesse all'inizio... urgeva una soluzione.
E ovviamente la soluzione era proprio davanti ai suoi occhi, in quella forma così dannatamente graziosa, con tanto di giganteschi occhi azzurri quasi più del mare e del cielo che li circondava in quel momento.*
Capisco... in effetti ha fatto dannatamente caldo, oggi.
*Un piccolo tonfo silenzioso e l'asciugamano scarlatto finì di nuovo a terra, lasciando i suoi capelli nuovamente liberi e forse un pò più asciutti di quanto non fossero fino a un paio di secondi prima.
Lo sguardo ambrato del Dio si posò sul dolce viso della ragazza dai capelli rosa, scrutandola in maniera apparentemente gentile, quasi dolce.
A una prima occhiata sarebbe probabilmente parso completamente incantato dalla bellezza di quella soave e sinuosa creatura, e in effetti probabilmente era così.
Quel corpo, quelle sensuali curve purtroppo nascoste dall'asciugamano, che le stringeva in una morsa morbida, eppure forte abbastanza dal contenerle e tenerle celate ai suoi occhi famelici...
Dannazione, voleva togliere quella stoffa inutile di mezzo il prima possibile.
Con un lieve sospiro, il rosso mosse un paio di passi avanti, tenendo le mani poggiate sui fianchi e guardando i propri piedi, in realtà cercando di invogliare lei a posare lo sguardo un pò più in alto, sulla distesa di muscoli umidi e scattanti che il Dio si ritrovava sull'addome.
Quale fanciulla mortale non sarebbe caduta volentieri ai piedi di un corpo così scultoreo?
Beh, probabilmente era semplicemente lui a vaneggiare, ma aveva idea che sarebbe stato difficile resistere anche per la più casta e pura delle giovani.
Dopo qualche secondo di silenzio si girò nuovamente a guardare la fanciulla, ancora senza nome ai suoi occhi.
In effetti con quell'occhiata parve quasi voler scrutare oltre quella distesa di liscia seta rosa confetto, neanche fosse intenzionato a scoprire tutto di lei con un solo sguardo... ma a dire il vero i suoi intenti non erano tanto complicati.
Certo, volendo avrebbe potuto penetrare nella sua mente inerme, senza nemmeno che lei se ne accorgesse, per scoprire in un secondo tutti i suoi segreti e renderla completamente succube.
Ma non c'era affatto gusto nel giocare in questo modo.
Era molto più divertente tentarla senza che neanche lei se ne accorgesse.
Distrattamente, una mano si appoggiò sulla parte bassa del suo addome, quasi si stesse asciugando dalle goccioline inevitabilmente rimaste a inumidirgli la pelle, e nel frattempo le sue labbra cercarono di instaurare in quella ragazza la voglia di parlargli... e il modo migliore per farlo era ovviamente porgerle una domanda.*
Io sono Dean. Posso sapere il tuo nome o sembro troppo avventato a chiedere?
*Un sorrisino, quasi un sogghigno, illuminato leggermente dal sole che stava calando di fronte a loro, sul mare, fu il piccolo regalo che lui le concesse per invogliarla a rispondergli.
L'avrebbe assecondato, la fanciulla, o avrebbe deciso di farsi inseguire?*
 
Top
view post Posted on 30/11/2013, 23:24
Avatar


Group:
Semidei
Posts:
12,391
Location:
~ An Unseen world ~

Status:


SYKEA2Z
Se doveva essere sincera sentiva come una specie di pressione su di se', come se qualcosa di strano o pericoloso potesse accadare da un momento all'altro.
Perchè quel ragazzo le metteva così tanta ansia?
Era belllo, questo bisognava ammetterlo, i suoi addominali scolpiti erano qualcosa che però non si poteva paragonare con un comune umane così come la sua bellezza, era troppo innaturale.
Sembrava comunque innocuo, no pareva essere una persona cattiva nonostante questo "brutto presentimento" che Lucien aveva. Forse era solo una sua sensazione, doveva dimenticarsene così come doveva dimenticare il suo perduto marito che di certo dall'Ade non sarebbe tornato.
Nonostante continuasse a guardarlo con i suoi occhi pieni di stupore, dolcezza ed ingenuità, tanta malinconia, tanta tristezza si celava nell'animo della ragazza dai capelli rosa che si era rannicchiata ancora di più su di se guardando da una parte.
Venne però risvegliata dalla voce del ragazzo che si presentò col nome di Dean.
Dean? Curioso come nome.
Che fosse straniero… Ma anche il suo nome non era proprio di quelli più normali, anche lei sarebbe potuta benissimo passare per una straniera anche per i suoi occhini azzurri e gli improbabili capelli rosa.
Il tipo si era presentato, sarebbe stato scortese non rispondere eppure era stato gentile nonostante quel sorriso non prometteva nulla di buono
«Mi chiamo Lucien!» disse lei con la sua vocina dolce osservandolo con i suoi occhini.
Doveva ammettere però che quel tipo un po' le incuteva timore, forse perché era sola con lui e non c'era anima viva e in parte si chiedeva che cosa sarebbe potuto succedere se qualcosa di brutto le fosse accaduto a causa di qual tipo.
Anche se in parte lo escludeva, forse perché quel tipo non le sembrava capace di fare qualcosa del genere o forse perché non ne aveva voglia.
Si tolse l'asciugamano di dosso mettendolo da una parte sedendosi poi sulle ginocchia per osservare la sabbia con aria piuttosto triste
«Questo posto per me è triste… Mi ricorda dei brutti momenti purtroppo…» sospirò mentre una lacrimuccia scese dal suo vizino ovale che lei prontamente asciugò «Scusami,ti sto mettendo tristezza? Purtroppo è molto difficile dimenticare qualcuno di caro…»


«Parlato»
- Pensato -

Code by Aika~chan
 
Top
view post Posted on 1/12/2013, 15:05
Avatar

Alla fine del mondo, vedrai, i nostri sogni diventano VERI

Group:
Dei
Posts:
8,248
Location:
ovunque e da nessuna parte

Status:


dionisoname
*Passare quel pomeriggio al mare si stava rivelando una buona idea.
Chi gli avrebbe detto che in quel periodo dell'anno ci fossero ancora giovani, splendide fanciulle che si rifugiavano lì per sfuggire al caldo intenso?
Aveva decisamente avuto fortuna, il rosso, e non aveva nessuna intenzione di sprecarla.
Si stava quindi impegnando a fare in modo che quella bellezza dai capelli rosacei gli rivelasse un qualche cosa di sè, o che per lo meno gli rivolgesse la parola in qualche modo.
E quale modo più facile c'era che chiederle come si chiamasse?
Tutti, furbi o ingenui, hanno il brutto vizio di rispondere a una domanda come quella, nonostante magari siano in realtà diffidenti o preparati al "peggio".
E la ragazza non fece eccezione, rivelandogli il suo nome dopo averlo osservato qualche istante.
Magari era stato il suo corpo illuminato dal sole a convincerla.... o forse il suo sorriso?
Il Dio sperava più nella prima ipotesi, decisamente.
Voleva attirarla a sè, voleva irretirla, circuirla e poi farla sua senza lasciarle alcuna possibilità di fuggire.
Voleva giocare con lei e voleva vincere.
Ma soprattutto voleva che a lei venisse voglia di giocare con lui.*
Lucien...
*Mormorò, socchiudendo gli occhi e parlando con voce calda, bassa, profonda, come se stesse sussurrando qualcosa a sè stesso, quasi stesse cercando di memorizzare quel nome per non dimenticarlo in futuro.*
E' un bel nome.... quasi quanto te.
*Aggiunse dopo qualche secondo, sorridendo e cercando di sembrare sincero, cosa non tanto ardua, dal momento che pensava davvero che lei fosse bella.
Dannatamente bella... perfettamente bella.
Soprattutto quando si fece scivolare via di dosso quello scomodo e ingombrante asciugamano, che aveva tenuto nascoste le sue forme fino a quel momento.
I denti del Dio afferrarono per un istante il suo labbro inferiore, mentre i suoi occhi percorrevano praticamente tutto il corpo della fanciulla, esplorandone ogni singolo centimetro e beandosi di ciò che vedevano.
Era davvero bella, pareva uscita direttamente dai sogni di un qualche artista fantasioso, che aveva creato quella che per lui era la bellezza perfetta.
Viso ovale, fisico all'apparenza esile e fragile, ma sicuramente più forte e atletico di quanto sembrasse, con splendide curve morbide e invitanti piazzate nei posti giusti... e poi due occhi di cielo e due morbidi petali di rosa al posto delle labbra.
Maledizione, le sarebbe volentieri saltato addosso subito, senza dire un'altra sola parola... e in effetti il suo corpo si tese come se stesse per fare uno scatto in avanti, senza assumere pose strane, solo contraendo i muscoli, soprattutto quelli delle gambe.
Sì, le sarebbe saltato addosso, l'avrebbe sovrastata col suo corpo, e poi avrebbe baciato quelle splendide labbra come se il mondo stesse per finire da un secondo all'altro...
Ma venne fermato.
Non da un evento esterno, non da qualche calamità naturale, no...
Venne fermato da una lacrima.
Una piccola, innocua ma visibile lacrima che solcò il viso perfetto di quella giovane donna, incrinandone ma stranamente non deturpandone la bellezza.
Anche in lacrime, quella creatura sarebbe stata sicuramente sempre perfetta.
Sempre che non continuasse a lasciarsi andare a inutili, stupidi sentimentalismi come quello che gli rivelò di lì a pochi secondi.
Un sospiro sfuggì al rosso, mentre si girava a guardare il mare e si sedeva sulla sabbia a poca distanza da lei, quasi al suo fianco.
Accidenti, doveva trovare un modo per farle cambiare velocemente umore e portarla a desiderare ben altro che brutti ricordi... ma come diavolo avrebbe potuto fare?*
No, certo... non bisogna dimenticare.
*Concordò dopo qualche secondo, restando con lo sguardo fisso sull'oceano per un pò.
Lui non aveva dimenticato, in effetti.
Non aveva dimenticato come sua madre fosse stata barbaramente uccisa solo per le gelosie di una stupida donna, non aveva dimenticato come quella stessa donna lo trattava da millenni, e non aveva neanche dimenticato il modo di suo padre di assecondarla e dargliela vinta spesso, nonostante desse a vedere di importarsene poco o nulla dei suoi pareri.
Non avrebbe mai dimenticato.
Ma non si sarebbe neanche rovinato l'esistenza per qualcosa di ormai sommerso dalla polvere dei secoli.
Sorrise appena, girandosi verso la ragazza, e nel farlo i suoi occhi luccicarono, colpiti da un raggio di sole morente che, per un istante, li fece sembrare quasi coperti d'oro.*
Però ciò non toglie che si debba andare avanti in qualche modo, ti pare?
*Aggiunse, facendo spallucce per un attimo, con aria quasi divertita.
Si sporse un pò verso di lei, non tanto da toccarla, appoggiando una mano sulla sabbia e usandola come appoggio per stare un pò più comodo.
Il suo profumo misto all'odore di salsedine gli riempiva le narici, quel suo sguardo malinconico, il tono di voce... diavolo, quanto avrebbe voluto sentirla emettere versi ben diversi da quelle parole nostalgiche che aveva pronunciato poco prima!
Le labbra gli si dischiusero leggermente, prendendo un piccolo respiro mentre la guardava, quasi contemplandola per qualche istante.*
Non vale la pena sprecare la propria esistenza pensando al passato. Lascia solo che le onde portino via il tuo dolore...
*Diavolo, ma perchè ultimamente finiva sempre a fare il sentimentale anche lui?*
 
Top
view post Posted on 4/12/2013, 00:35
Avatar


Group:
Semidei
Posts:
12,391
Location:
~ An Unseen world ~

Status:


SYKEA2Z
Un complimento.
Non era passato troppo tempo da quando ne aveva ricevuto uno ma, quel complimento gli lo aveva fatto suo marito quando gli aveva detto il suo nome.
Un nome bello, quanto lei.
Forse era proprio perché era figlia della dea Afrodite che era destinata ad essere bella, ad avere la bellezza, ad essere desiderata dagli uomini. Lei però avrebbe tanto voluto essere desiderata di nuovo da un solo ed unico uomo, che sapesse amarla, confortarla e capirla ma l'unico che ci era riuscito fino a quel momento era stato suo marito che ormai aveva perso per sempre tra le onde del mare.
Forse quel antico detto che non bisognava mai fidarsi di un marinaio era vero. Suo marito era un marinaio con un fato imprevedibile come lo stesso mare. Tante volte aveva sperato che lui tornasse, la abbracciasse teneramente e che le sussurrasse delle dolci parole… Ma questo non era quello che era successo dopo tanto tempo rimasta sola.
Ci aveva sperato.
Ci aveva contato.
Eppure non era mai ritornato da lei e per Lucien dimenticare era proprio difficile, soprattutto se sei la figlia della dea dell'Amore, per te l'amore è qualcosa che vivi e sai che ti porti dentro come un uccello vivo nel petto e Lucien lo aveva capito a sue spese essendo la figlia di una dea tanto importante.
Fece un sorriso piuttosto mesto quando l'uomo le fece quel complimento e con i suoi dolci occhi azzurri che sembravano però sorridergli sinceri e dolci.
Ascoltò poi con attenzione quello che le disse Dean: ascoltare quelle parole sembrava sollevarla un po', ma ad ogni modo il terribile abisso che si era creato nel suo cuore rimaneva, era sempre presente.
Eppure quella strana sensazione di prima, quel senso di oppressione era ritornato.
Il suo cuore aveva preso a battere all'impazzata ed i suoi occhi azzurri osservavano con curiosità estrema l'uomo: per quale strana ragione del destino quegli occhi le sembravano gli stessi dell'uomo che aveva perduto, taglienti, misteriosi e magnetici proprio come quelli del giovane Dean.
Non riusciva però a spiegarsi il perché di questa improvvisa paura, purtroppo non capiva come mai era così spaventata da quel ragazzo anche se doveva ammettere che le sue parole erano piuttosto consolanti, il che fece riprendere un po' la piccola Lucien
«Dici delle cose giuste…» disse lei osservandolo con i suoi occhioni azzurri «Però sono state le stesse onde a portarmi via ciò che ho tanto amato!» concluse con un po' di malinconia nel suo parlare.
Poi si avvicinò al ragazzo per osservarlo meglio: aveva decisamente una bellezza fuori dal comune un viso dalla forma e dalla carnagione perfette, capelli di un rosso vivissimo e quegli occhi… Quegli occhi che le ricordavano troppo l'amore perduto
«Hai dei bei occhi!» si permise di dire la piccola ed indifesa Luacien anche se non era troppo sicura se pronunciare o meno quella frase nel timore che qualcosa di tremendo potesse accaderle.
Ad ogni modo a lei piacevano gli occhi di Dean quindi non trovava nulla di sbagliato nel fargli complimento, infondo era solo un modo per ricambiare il complimento di prima.


«Parlato»
- Pensato -

Code by Aika~chan


Edited by Yuna ~ - 4/12/2013, 11:40
 
Top
view post Posted on 4/12/2013, 14:46
Avatar

Alla fine del mondo, vedrai, i nostri sogni diventano VERI

Group:
Dei
Posts:
8,248
Location:
ovunque e da nessuna parte

Status:


dionisoname
*Aveva la sensazione che la sua presenza su quella spiaggia stesse cominciando a fare un certo effetto, sulla ragazza.
Non avrebbe saputo dire se si trattasse di paura, ammirazione, gioia, desiderio o chissà che altro, ma vedeva una luce in quegli occhi color del cielo, che gli faceva credere che il suo obiettivo non fosse poi lontano quanto sarebbe potuto apparire fino a qualche minuto prima.
Spesso gli era capitato di trovarsi davanti a piccole "sfide" come quella... far aprire una persona timida è a volte decisamente snervante ed esasperante, ma sapeva perfettamente quanto quelle stesse persone potessero nascondere, dietro quella sorta di corazza fatta di guance rosse e sguardi bassi.
Ci voleva solo un pò di pazienza... o in alternativa qualche potere magico, nel caso in cui si fosse particolarmente impazienti.
Ma in quel caso pareva proprio che non vi sarebbe stata necessità di utilizzare i suoi poteri psichici.
Con un piccolo sorriso sghembo stampato in faccia, annuì lentamente, quando lei gli diede ragione, quasi a ringraziarla di quella piccola concessione.
Nonostante lei stesse dicendo che era stato proprio il mare a portarle via ciò che amava, sembrava già più tranquilla di poco prima, il che era un ottimo segno.
Decise di continuare sulla strada delle romanticherie per ancora qualche secondo, giusto il tempo di illuderla di essere al sicuro, di poter stare tranquilla...*
Sì, il mare sa essere piuttosto infido... ma può anche essere un ottimo consolatore, quando vuole.
*Beh, lui conosceva il signore del mare in persona, e poteva serenamente affermare che, tra "i tre porcellini" che regnavano sull'Olimpo e su ogni altra cosa, lui fosse il migliore.
Per lo meno, era quello che gli era sempre parso più simpatico, nonostante il suo essere sempre così dannatamente austero.
Forse perchè era un pò come lui: aveva i suoi momenti di calma, di pace e tranquillità in cui non avrebbe potuto far male a una mosca, ma era capace anche di mutare natura subito dopo, trasformandosi in una sorta di grossa bestia rabbiosa.
Il mare seguiva l'umore del suo Signore, e forse anche per questo a Dean piaceva.
Ma forse si trattava solo degli stupidi pensieri di un uomo che era rimasto ragazzino.
Tutte quelle stupide e inutili fantasie sparirono ben presto dalla sua mente, infatti, quando Lucien si girò verso di lui e gli si avvicinò ancora di qualche altro centimetro.
Ora poteva bearsi ancor meglio della bellezza del suo viso, della sua pelle liscia e sicuramente morbida che veniva illuminata dai caldi raggi del sole al tramonto, i quali si riflettevano anche nei suoi occhi azzurri e profondi, così ingenui e dolci.
Era come se quelle due pozze d'acqua trasparente lo stessero chiamando, come se lo attirassero a sè... più di quanto qualunque calamita avrebbe potuto fare.
E poi la ragazza gli fece quel complimento.
Se c'è una cosa che bisogna sapere riguardo al volubile Dio del vino, è che bisogna evitare accuratamente di fargli complimenti, ma cosa poteva saperne una piccola, splendida e giovane Mortale?
Succedeva quasi sempre, infatti, che l'ego già decisamente ipersviluppato del padre dei Satiri si espandesse ulteriormente, in questi casi, finendo per esplodere in manifestazioni non sempre "gioiose" come un buon baccanale o qualche bonaria pazzia fatta con gli amici.
Poteva anche capitare che si sentisse autorizzato, da quelle parole, a dar vita alle fantasie che gli aleggiavano in testa... e probabilmente fu questo che accadde, dopo le parole della ragazza dai capelli rosa.
Un sorriso, all'apparenza tranquillo, normale, quasi innocente, si fece strada tra le labbra del rosso, mentre il suo viso si avvicinava a sua volta a quello della ragazza e i suoi occhi dorati fissavano quelli azzurri di lei, specchiandovisi e contemplandoli, quasi volessero perdersi.*
Anche tu...
*Sussurrò quindi, senza smettere di avvicinarsi, sempre più attratto da quel viso, dalla pelle candida e profumata di salsedine, dalle morbide curve di quel corpo perfetto che non aspettava altro che qualcuno pronto ad accarezzarlo e farlo suo...
Si avvicinò ancora, e ogni millimetro in meno era un'agonia in più... pareva infatti che quella distanza decisamente minima si allargasse all'infinito, come se la ragazza non potesse essere raggiunta.
Ma lui era un Dio, e qualunque cosa volesse, in un modo o nell'altro l'avrebbe ottenuta.
Doveva ottenerla... e se non fosse stata lei a concedergli quel che voleva, se lo sarebbe preso con la forza.
Quei pensieri gli fecero scorrere piccoli brividi lungo la spina dorsale, su cui si formò un piacevole ed esaltante strato di pelle d'oca, nel momento in cui la punta del naso del rosso sfiorò quella del naso della ragazza dai capelli rosa.*
Non solo gli occhi, a dire il vero...
*Un lieve sussurro, accompagnato dallo stesso dolce sorriso di prima e unito al respiro lievemente accelerato.
Maledizione, ogni fibra del suo corpo gli stava praticamente ordinando di baciarla... ma non avrebbe potuto turbare quel giovane animo fragile.
Farlo avrebbe significato farla fuggire, o quantomeno rischiare che lei gridasse così forte da attirare su quella spiaggia gente che lui di sicuro avrebbe volentieri fatto a meno di vedere.... a meno che, certo, quella stessa gente non avesse poi deciso di unirsi a loro.
Ma no, voleva qualcosa di più riservato... voleva che lei lo desiderasse al punto da bruciare più di lui.
Portò quindi la mano libera a sfiorarle una guancia, lentamente e delicatamente, quasi temendo di rompere quella fragile porcellana, e la sensazione di sentirla sotto le dita lo portò a sospirare tra sè e sè e avvicinarsi ancor di più a quel meraviglioso viso, finendo con l'essere talmente vicino da sfiorarle le labbra con le sue, pur senza baciarle ancora... non ancora....*
Sei bellissima...
*Un sussurro più simile a un basso sospiro di piacere gli sfuggì dalle labbra mentre la accarezzava... per tutti gli Dei... era per caso Afrodite che gli stava facendo qualche tiro mancino?
A quel punto gli si prospettavano davanti due possibilità: la prima, ovvero quella che si sarebbe verificata se lei avesse accettato quelle attenzioni, consisteva nel continuare su quella strada, ovvero partire dalla "dolcezza" per poi arrivare -si spera- a qualcosa di più.
La seconda, ovvero la possibilità di un rifiuto brusco da parte di lei.... non sapeva che cos'avrebbe scatenato, ma a quel punto si era fin troppo invaghito e infatuato di quella giovane bellezza per permetterle di fuggire.*
 
Top
view post Posted on 22/12/2013, 23:56
Avatar


Group:
Semidei
Posts:
12,391
Location:
~ An Unseen world ~

Status:


SYKEA2Z
Cosa importava?
Cosa interessava?
Fu in quell'istante che Lucien comprese che cosa stava diventando: un oggetto.
Sì un oggetto dei desideri degli uomini.
Ormai non poteva più amare un singolo uomo, lei era bella e questo lo sapeva fin troppo bene, era la figlia della dea Afrodite, la dea dell'amore era ovvio che era una ragazza bellissima.
Ma lei aveva amato un solo uomo tanto tempo fa e lei voleva tanto avere la possibilità di amarne un altro ma… La sua bellezza sarebbe stata bramata sempre e comunque da moltissimi uomini che, come l'uomo qui presente, avrebbero cercato di possedere quel corpo formoso, sentire quella pelle morbida e osservare con attenzione i suoi occhi lucenti.
Ormai era in balia di quel uomo, che cosa ci poteva fare…
Lo lasciò fare, lasciò che si avvicinò sempre di più a lei tanto non aveva gran tempo da perdere, e poi un uomo valeva l'altro che cosa poteva esserci di così diverso da suo marito…
E ascoltava quelle parole così dolci che le toccarono direttamente il cuore. Ormai poteva solo amare ed esser maya dagli uomini anche solo per poco.
Lei era effimera, il suo corpo era effimero, un sogno.
Ascoltava quelle parole tenero il suo dolce sguardo sugli occhi dell'uomo per poi abbandonarsi a lui dopo che lui ebbe detto due singole parole "Sei Bellissima"
Quanto tempo era passato da quando un ragazzo le aveva fatto un complimento così? forse da quando suo marito non c'era più, sì evidentemente era così.
Avvicinò a lui le sue labbra, ormai era evidente che lui voleva baciarla
«Coraggio divertiti…» disse lei con un tono misto tra il triste ed il malizioso «Tanto non ho più nessuno che mi venga a salvare, sono sola, triste ed indifesa. Non farti pregare due volte!»
Si sarebbe abbracciata a lui e lo avrebbe baciato, poggiando le sue labbra delicate sulle sue.
Che genere di bacio avrebbe ricevuto, poco importava.
Ormai era finita tra le braccia di uno sconosciuto, non poteva più liberarsi e così decise di perdersi nel calore che quell'uomo poteva offrirle.



«Parlato»
- Pensato -

Code by Aika~chan
 
Top
view post Posted on 23/12/2013, 23:03
Avatar

Alla fine del mondo, vedrai, i nostri sogni diventano VERI

Group:
Dei
Posts:
8,248
Location:
ovunque e da nessuna parte

Status:


dionisoname
*Beh, se era calore che desiderava, non poteva proprio immaginare quanto "calore", sia reale che metaforico, lui fosse in grado di darle, perchè altrimenti avrebbe fatto più attenzione e forse non lo avrebbe desiderato affatto.
In effetti, mentre la osservava così da vicino, un piccolo dubbio gli venne, al Dio dai capelli rosso fuoco...
Se quella splendida ragazza avesse saputo chi lui fosse davvero, se lo avesse visto per quel che era e avesse saputo cos'era in grado di fare, di farle fare e di farle provare... avrebbe continuato a essere così pacificamente remissiva, così ben propensa ad accettare il suo avvicinamento improvviso?
O magari si sarebbe spaventata?
In effetti, forse si stava chiedendo se quella splendida donna fosse poi davvero soltanto una donna, e non qualcosa di diverso.
Magari era una Sirena, che aveva deciso di prendere forma umana per qualche tempo, giusto il necessario per esplorare quel piccolo angolo di spiaggia, per poi sparire tra le onde col sorgere della Luna...
O magari era una Ninfa dell'Acqua, una splendida, ammaliante creatura che volendo sarebbe stata in grado di avere e di ammaliare qualunque mortale, giovane, vecchio, bello, brutto, senza nessuna differenza.
In effetti, ora che ci pensava, le Ninfe spesso e volentieri riuscivano a mettere fuori gioco anche gli Dei, con quei loro visetti così perfetti e il loro modo di fare.
Perfino Apollo si era lasciato affascinare da una di loro, un tempo... così tanto tempo prima, che ormai anche gli Dei avevano cominciato a credere che le Ninfe fossero quasi scomparse dalla faccia della Terra.
In effetti nei suoi cortei di tanto in tanto era capitata qualche Driade, le Ninfe della Terra che lo seguivano solo per danzare e convincere anche gli uomini più superstiziosi ad abbandonarsi ai piaceri di un pò di sana follia, ma erano sempre state così poche e così rare che spesso lui stesso non aveva neanche fatto caso alla loro presenza.
Che fosse invece ora di fronte a una splendida Ninfa uscita direttamente dalle profondità del mare?
Beh, o quello, o Afrodite stessa ci stava mettendo lo zampino, perchè sentiva di desiderare quella donna come raramente aveva desiderato qualcosa o qualcuno.
Magari era colpa di quel periodo passato a non lasciarsi andare più di tanto, o magari era causa del troppo tempo passato sott'acqua, o forse lei lo stava provocando con quel suo atteggiamento così accondiscendente e ingenuo, fatto stava che sentiva che non l'avrebbe lasciata andare per un bel pò.
Non se era lei stessa a chiedergli di tralasciare qualunque scrupolo e di lasciarsi andare.
Insomma, invitare il Dio Folle a "lasciarsi andare" è come "invitare" una bomba ad esplodere con più fragore possibile, era certo che a quel punto non si sarebbe affatto contenuto.
E infatti così accadde: le labbra del Dio e quelle della ragazza si appoggiarono finalmente le une alle altre, in un bacio tutto sommato lento, ma da cui sicuramente la ragazza avrebbe potuto percepire il desiderio di qualcosa di ben più approfondito, rispetto a un semplice, passeggero bacio.
Il sapore di quelle labbra era così dolce... il fatto che fossero imperlate ancora d'acqua di mare non copriva per nulla quel sentore di dolcezza, anzi, forse la punta di sale che ancora si sentiva non faceva altro che esaltare quella fragranza e renderla ancor più invitante per il Dio, che infatti sospirò e si avvicinò di più a lei, strisciando sulla sabbia fino a far sfiorare i loro corpi, rendendo nel contempo quel contatto più convinto.
Continuava ad accarezzarle il viso con una mano e stare appoggiato al suolo con l'altra, ma di lì a poco le dita di questa seconda mano si spostarono, fino ad appoggiarsi su un fianco della ragazza, poco sopra un lato del costume.
Quel primo, languido bacio, venne quindi dolcemente interrotto, lasciando il Dio col respiro leggermente più corto di quanto non fosse stato fino a qualche istante prima di baciare Lucien.
Era ancora a un nulla da quello splendido viso, da quelle meravigliose labbra che avrebbe voluto letteralmente divorare... ma si prese un attimo, un attimo per accarezzarle la pelle di pesca del viso con un lento movimento di un pollice, un attimo per sorriderle appena e per sussurrarle poche, insignificanti parole, che però sperava che l'avrebbero resa più "partecipe".*
Non devi essere triste.... un viso così bello non merita di essere triste..
*No, in effetti era un peccato rovinare un'opera d'arte tanto perfetta con increspature, espressioni corrucciate o lacrime.
Molto meglio vederla esprimere gioia, passione... piacere...
Fu per questo che, con un ennesimo fremito intento a scivolargli lungo la schiena, il Dio baciò l'angolo delle soffici labbra di Lucien, per poi spostarsi con una lenta e languida scia più in basso, sul mento, e ancora più in basso, sulla gola, e più baci le dava più sentiva passione, eccitazione e piacere montare dentro di lui, come una fiamma, che pian piano gli si stava diffondendo sotto la pelle, spingendolo a far scivolare la mano giù dal viso della ragazza, lungo il collo prima e la spalla poi, e infine lungo uno splendido braccio, scivolando sulla seta della sua pelle solo con la punta delle dita, che pure fremevano per ottenere qualcosa di più...
No, decisamente non l'avrebbe fatta scappare così presto, Ninfa, Dea, Sirena, non importava cosa accidenti fosse... per quella notte sarebbe stata sua.*
 
Top
9 replies since 29/10/2013, 23:46   224 views
  Share