*Quel giorno faceva dannatamente caldo anche per lui, che pure, in teoria, doveva essere immune a certe cose.
Insomma, come accidenti poteva un Dio.. o meglio.. un Dio nato dal cuore del fuoc stesso, subire e soffrire il caldo in quel modo?
Se ne stava dentro il suo tempio, per la precisione in uno dei suoi angoli nascosti, stravaccato sul gigantesco divano, un braccio allungato sul bracciolo e l'altro sullo schienale, la testa reclinata all'indietro, gli occhi chiusi e un piede appoggiato comodamente al tavolino in legno scuro davanti a lui.
Per fortuna quella volta si era ricordato di conservare l'ambrosia in un posto meglio custodito rispetto all'altare del proprio tempio, quindi aveva avuto modo di saziare il proprio stomaco già più o meno un'oretta prima.
Questo ovviamente dopo essersi svegliato a un orario improponibile a causa di una delle consuete notti di bagordi.
In effetti, non siera nemmeno risvegliato nel proprio tempio, ci era tornato alle prime luci dell'alba ed era crollato sul divano, nuovamente addormentato, poco dopo.
Poi si era svegliato nuovamente e aveva bevuto il suo indispensabile nettare, e ora... ora si sentiva uno straccio, letteralmente.*
Per le calze a rete di Hera... *Leggera imprecazione sottovoce che sicuramente la cara mammina adottiva aveva sentito, dall'alto della sua onniscienza.. ma cosa poteva importargliene?
Erano secoli che bestemmiava beatamente in suo nome e non gli era mai accaduto assolutamente nulla.. non avrebbe certo smesso in quel momento.
Piuttosto doveva tentare di concentrarsi e cercare un modo per riscuotersi da quel torpore dato dal calore eccessivo.. e magari perchè no, trovare un modo di divertirsi.
Deciso a non passare quella giornata lasciandola scorrere in quel modo così dannatamente apatico, si alzò dal divano.
E poi, per prima cosa, andò a farsi una doccia rigenerante, rigorosamente ghiacciata, che durò almeno mezz'ora.
Al termine di quella "veloce" sciacquata si sentiva decisamente meglio e pronto per andarsene in giro tra gli Umani a combinare qualche danno.. già, quale modo migliore di quello per far passare più rapidamente il tempo infinito che aveva a disposizione, dopotutto?
Nella sua forma Umana, le iridi leggermente meno abbaglianti di quanto non fossero nei momenti in cui si faceva vedere per quel che era, indossò rapidamente un paio di
pantaloncini scuri dai toni del verde militare con una grossa cinta che serviva più che altro per far scena e che infatti lasciò sul letto, e un'altrettanto semplice
maglietta bianca, dallo scollo leggermente appuntito.
Ad essere del tutto sinceri avrebbe largamente preferito uscire in pantaloncini basta... ma mai sia che il dio della Follia non rispetti i termini della decenza!
Un risolino sommesso gli uscì dalle labbra mentre usciva dal suo antro personale e si dirigeva a passo trotterellante giù dal monte Olimpo.
A dir la verità avrebbe potuto tranquillamente sparire nel nulla e ricomparire ovunque volesse, ma prima voleva dare un'occhiata in giro.
Tebe era esclusa, dato che ci era stato la notte prima.. Atene era troppo seria, Sparta ancor peggio... praticamente non sembrava esserci nessun posto in tutta la Grecia che ispirasse divertimento a parte Tebe, e la cosa stava cominciando a dargli sui nervi.
Vide un lieve movimento su in Magna Grecia -o Sicilia, per dirla come la si direbbe normalmente-, e fu quasi tentato di recarsi lì, ma poi il suo occhio cadde distrattamente sulla Tessaglia...
C'era un gran movimento nel capoluogo, come sempre d'altronde, data la presenza del Mercato perpetuo di quel matto di Hermes, ma quel giorno parevano tutti diretti verso un punto completamente diverso, e la cosa lo incuriosiva, perciò ghignò, chiuse un attimo gli occhi e... puff, in meno di un battito di ciglia era fuori dal museo, appoggiato con la schiena al muro poco lontano dalla pota principale, a lato della grande scalinata da cui tutt dovevano passare, se volevano accedere al museo stesso.
C'era obiettivamente una gran folla, tutti vestiti e agghindati come se stessero andando a un party divino organizzato dalla sua adorata matrigna... e tra essi una sottile e sinuosa figura spiccava per grazia, con indosso un corto vestito sulle tinte del rosa e ai piedi dei tacchi vertiginosi che al solo vedergli gli facevano tornare il giramento di testa precedente.
Un sorriso gli si aprì in volto, mentre attendeva l'avvicinamento della soave creatura... dopodichè, quando gli passò accanto, trattenendo un risolino sommesso, le parlò.*
Sicura di voler entrare? Sembra piuttosto noioso...