Oligàrkia

Una pausa da Atene

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{Fancydream
view post Posted on 23/6/2012, 12:01




sheeva
sheee
«..E' molto facile, in nome della libertà esteriore,
La villa, l'aver un coinquilino uno che era praticamente uno sconosciuto -terribilmente attraente ma pur sempre un perfetto sconosciuto- l'aver ottenuto tutto con facilità, troppa facilità in effetti, mi aveva fatto sentire la necessità di staccare sia con la mente che col corpo da quella situazione, nonostante non si potesse negare che questa avesse dell'intrigante. Fu per questo che una mattina mi alzai di buon'ora lasciando un biglietto al ragazzo dai capelli blu per avvisarlo che sarei stata via per qualche giorno per poi prendere il trolley che mi ero preparata la sera prima e allontanarmi da Villa Anfitrite. Non era una fuga, o perlomeno la mia mente non l'avrebbe mai considerata tale; era perlopiù una piccola pausa dagli eventi che mi erano capitati, una piccola, dolce e necessaria pausa da quella che era e sarebbe stata per me quotidianità. Meta di questa mia "gita" era stata designata la città di Larissa, capoluogo della Tessaglia, abbastanza lontana da Atene per permettermi di non pensare a ciò che mi attendeva al mio ritorno ma abbastanza vicina da impiegare unicamente la mattina per arrivarci. Il viaggio fu relativamente tranquillo, anche perchè dopo un primo momento passato a pensare e riflettere mi addormentai per non essere più ridestata fino al mio arrivo in città. Pagai l'autista del calesse -ovviamente facendogli credere che monete di scarso valore valessero invece quanto era richiesto per quella tratta- e mi diressi come prima cosa in un albergo per depositare la valigia, darmi una rinfrescata e cambiarmi. Quando uscii un paio di orette dopo indossando un mini abito rosa a fascia, dei sandali open toe e al collo un ciondolo in argento raffigurante la luna crescente, il sole era alto e splendente nel cielo. Ero giunta in città, avevo consumato un leggero pasto in hotel e ora non restava altro che trovare qualcosa da fare per impiegareil tempo. Avevo sentito parlare di una nuova collezione arrivata al Pinakothiki Katsigra -la Galleria d'Arte Municipale- così, in mancanza di un'alternativa più dilettevole, mi incamminai a passo lento in quella direzione.
soffocare la libertà interiore dell'uomo. ..»
codeby
 
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view post Posted on 23/6/2012, 12:58
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Alla fine del mondo, vedrai, i nostri sogni diventano VERI

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dionisoname
*Quel giorno faceva dannatamente caldo anche per lui, che pure, in teoria, doveva essere immune a certe cose.
Insomma, come accidenti poteva un Dio.. o meglio.. un Dio nato dal cuore del fuoc stesso, subire e soffrire il caldo in quel modo?
Se ne stava dentro il suo tempio, per la precisione in uno dei suoi angoli nascosti, stravaccato sul gigantesco divano, un braccio allungato sul bracciolo e l'altro sullo schienale, la testa reclinata all'indietro, gli occhi chiusi e un piede appoggiato comodamente al tavolino in legno scuro davanti a lui.
Per fortuna quella volta si era ricordato di conservare l'ambrosia in un posto meglio custodito rispetto all'altare del proprio tempio, quindi aveva avuto modo di saziare il proprio stomaco già più o meno un'oretta prima.
Questo ovviamente dopo essersi svegliato a un orario improponibile a causa di una delle consuete notti di bagordi.
In effetti, non siera nemmeno risvegliato nel proprio tempio, ci era tornato alle prime luci dell'alba ed era crollato sul divano, nuovamente addormentato, poco dopo.
Poi si era svegliato nuovamente e aveva bevuto il suo indispensabile nettare, e ora... ora si sentiva uno straccio, letteralmente.*
Per le calze a rete di Hera...
*Leggera imprecazione sottovoce che sicuramente la cara mammina adottiva aveva sentito, dall'alto della sua onniscienza.. ma cosa poteva importargliene?
Erano secoli che bestemmiava beatamente in suo nome e non gli era mai accaduto assolutamente nulla.. non avrebbe certo smesso in quel momento.
Piuttosto doveva tentare di concentrarsi e cercare un modo per riscuotersi da quel torpore dato dal calore eccessivo.. e magari perchè no, trovare un modo di divertirsi.
Deciso a non passare quella giornata lasciandola scorrere in quel modo così dannatamente apatico, si alzò dal divano.
E poi, per prima cosa, andò a farsi una doccia rigenerante, rigorosamente ghiacciata, che durò almeno mezz'ora.
Al termine di quella "veloce" sciacquata si sentiva decisamente meglio e pronto per andarsene in giro tra gli Umani a combinare qualche danno.. già, quale modo migliore di quello per far passare più rapidamente il tempo infinito che aveva a disposizione, dopotutto?
Nella sua forma Umana, le iridi leggermente meno abbaglianti di quanto non fossero nei momenti in cui si faceva vedere per quel che era, indossò rapidamente un paio di pantaloncini scuri dai toni del verde militare con una grossa cinta che serviva più che altro per far scena e che infatti lasciò sul letto, e un'altrettanto semplice maglietta bianca, dallo scollo leggermente appuntito.
Ad essere del tutto sinceri avrebbe largamente preferito uscire in pantaloncini basta... ma mai sia che il dio della Follia non rispetti i termini della decenza!
Un risolino sommesso gli uscì dalle labbra mentre usciva dal suo antro personale e si dirigeva a passo trotterellante giù dal monte Olimpo.
A dir la verità avrebbe potuto tranquillamente sparire nel nulla e ricomparire ovunque volesse, ma prima voleva dare un'occhiata in giro.
Tebe era esclusa, dato che ci era stato la notte prima.. Atene era troppo seria, Sparta ancor peggio... praticamente non sembrava esserci nessun posto in tutta la Grecia che ispirasse divertimento a parte Tebe, e la cosa stava cominciando a dargli sui nervi.
Vide un lieve movimento su in Magna Grecia -o Sicilia, per dirla come la si direbbe normalmente-, e fu quasi tentato di recarsi lì, ma poi il suo occhio cadde distrattamente sulla Tessaglia...
C'era un gran movimento nel capoluogo, come sempre d'altronde, data la presenza del Mercato perpetuo di quel matto di Hermes, ma quel giorno parevano tutti diretti verso un punto completamente diverso, e la cosa lo incuriosiva, perciò ghignò, chiuse un attimo gli occhi e... puff, in meno di un battito di ciglia era fuori dal museo, appoggiato con la schiena al muro poco lontano dalla pota principale, a lato della grande scalinata da cui tutt dovevano passare, se volevano accedere al museo stesso.
C'era obiettivamente una gran folla, tutti vestiti e agghindati come se stessero andando a un party divino organizzato dalla sua adorata matrigna... e tra essi una sottile e sinuosa figura spiccava per grazia, con indosso un corto vestito sulle tinte del rosa e ai piedi dei tacchi vertiginosi che al solo vedergli gli facevano tornare il giramento di testa precedente.
Un sorriso gli si aprì in volto, mentre attendeva l'avvicinamento della soave creatura... dopodichè, quando gli passò accanto, trattenendo un risolino sommesso, le parlò.*
Sicura di voler entrare? Sembra piuttosto noioso...
 
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{Fancydream
view post Posted on 23/6/2012, 15:04




sheeva
sheee
«..E' molto facile, in nome della libertà esteriore,
Camminai con calma, osservando nel mentre la città che si presentava dinanzi i miei occhi con suggestione ma ben poche differenze rispetto alle altre città visitate, greche, persiane o estere esse fossero, e riparandomi spesso all'ombra per sfuggire al caldo della giornata. Ero appena -o quasi- arrivata a Larissa e non avevo per niente voglia di fare le cose con velocità e fretta, non con quel caldo e non quando avevo deciso di prendermi una pausa da tutto per dedicare del tempo unicamente a me stessa, anche se, a ben rifletterci non vi era nulla da cui sfuggire in quella casa, come non vi era nulla da cui sfuggire in quella città stessa, Atene, luogo nella quale mi ero stabilita per potermi allontanare finalmente e in maniera duratura da Kashan. Altra ennesima fuga che la mia mente si rifiutava con tenacia di ammettere, continuando a mascherare la cosa col semplice bisogno di ricercare la propria libertà personale. Vagai sì con lo sguardo ma senza fermarmi. Avevo un bel po' di tempo a disposizione quindi avrei potuto dedicarmi a visitare altro in quello che mi rimaneva o in alternativa nel giorno successivo; dopotutto non mi ero imposta nessuna ferrea tabella di marcia e pertanto avrei potuto fare quello che mi pareva quando mi pareva. Prospettiva piuttosto interessante in effetti.
Quando i miei occhi incontrarono finalmente l'imponente struttura del museo un piccolo sorriso si dipinse sulle mie labbra ma nonostante ciò il passo restò pressoché immutato; non ero un'intenditrice ma l'arte spesso mi incuriosiva e in un certo senso anche attraeva sebbene fossi restia ad ammetterlo a qualcun'altro che non fosse me stessa. Ero quasi giunta all'ingresso quando una domanda mi fece bloccare e voltarmi verso colui che aveva parlato, così vicino a me da risultare impossibile fraintendere chi fosse il destinatario anche se, se così fosse stato, nulla mi avrebbe impedito di rispondergli ugualmente, men che meno se chi aveva proferito parola era un attraente ragazzo dai capelli rossi e dagli strani ma affascinanti occhi dorati. Ne avevo lasciati ad Atene due e ne ritrovavo degli altri altrettanto splendidi a Larissa; non riuscii a negare che la cosa aveva un che di divertente. «Mmm..» mugugnai indecisa, una mano sul fianco e il sorriso decisamente allargatosi stampato sul mio volto mentre lo sguardo passava divertito dallo straniero al museo, su cui si soffermò per qualche istante, per poi tornare a incrociare quello del ragazzo. «Forse hai ragione..ma non vedo nulla di interessante che possa essere una valida alternativa..» Ma nonostante la risposta non accennai ancora ad andarmene.
soffocare la libertà interiore dell'uomo. ..»
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view post Posted on 23/6/2012, 15:44
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dionisoname
*Che strani giochi giocano le Moire con quei dannati fili della vita.
Non che gli dispiacesse essersi imbattuto per caso in quell'evento e in quella ragazza dai corti capelli e dallo sguardo affilato, ma la cosa lo incriosiva e lo attirava parecchio.
Insomma, si era sempre chiesto se quelle tre vecchiacce decrepite si divertissero a intrecciare le vite altrui o semplicemente tirassero a indovinare.
A dire il vero aveva la netta sensazione che si trattasse della seconda ipotesi.
Con tutta sincertà non sapeva se la ragazza si sarebbe voltata, dopo quella sua frase lanciata così.
Magari avrebbe pensato non fosse rivolta a lei, magari avrebbe continuato a camminare facendo finta di non sentire... o magari era sorda, che poteva saperne in fondo?
Invece...
Non solo lo sentì, ma si fermò anche, appoggiando una mano su un fianco e facendolo sorridere divertito a quella risposta.
Qualcosa di interessante?
Era questo che stava cercando di trovare in quel museo?
L'espressione sul suo viso si fece pensierosa... fintamente pensierosa, ovvio, ma quantomeno serviva a fare un pò di scena.
Qualcosa di interessante non doveva essere molto difficile da trovare, in una situazione come quella.
Erano in Tessaglia, nel capoluogo della Tessaglia... giusto?
La schiena si staccò dal muro, le mani sciolsero l'incrocio che avevano formato dietro di essa e lo sguardo dorato di lui incrociò quello violaceo di lei.
Sarebbe sicuramente stato interessante scavare dentro quegli occhi per capire cosa vi si celava dietro, ne era certo.
Ma perchè mai accelerare inutilmente i tempi*
Se cerchi qualcosa di interessante devi andare a guardae al Mercato.. non certo in un museo.
*Mosse un paio di passi in quella direzione, mentre parlava, voltandosi poi verso di lei con un leggero sorriso e una luce di divertimento nello sguardo.
Il Mercato di Hermes.. si, decisamente se voleva trovare qualcosa di interessante era lì che doveva andare a cercare.*
Ma se ti va di andarci ti consiglio di tenerti stretto quel ciondolo..
*Cosa c'era da pretendere, nella città devota al Dio dei Ladri e dei Mercanti?
Prbabilmente era un controsenso che lo stesso Dio proteggesse entrambe le categorie di persone, anzi, sicuramente lo era.. ma quando mai gli Dei si preoccupano di essere coerenti?
Nenche lui lo era in quel momento.
Se ne stava lì, fermo in piedi, guardandola con la coda dell'occhio ma dandole le spalle, e anzichè approfittare della sua voglia di "qualcosa di interessante" aveva preferito invitarla al Mercato... non era forse contraddittorio?
E la contraddizione... non fa forse parte della Follia?*
 
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{Fancydream
view post Posted on 23/6/2012, 17:43




sheeva
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«..E' molto facile, in nome della libertà esteriore,
Continuai a sorridergli mentre su quel viso perfetto prendeva posto uno sguardo pensieroso ..o era per caso dubbioso? Che cosa mai poteva incupire quel bel faccino con tanta facilità? Domanda questa la cui risposta era interessante tanto quanto era il suo essere celata in quegli attimi di silenzio per poi perdere quell'alone di mistero che l'avvolgeva quando venne svelata a me come semplice manifestazione di una mente pensante occupata a vagliare le varie ipotesi. Il mio sguardo seguì i movimenti di lui, indugiando per un attimo sul suo corpo per poi tornare a incrociare quello dorato del rosso, il cui nome era a me ancora allettantemente nascosto. Sollevai un sopracciglio divertita dalle sue parole ma allo stesso tempo stizzita più di quanto volessi fintamente far credere nonchè dubbiosa; cosa poteva mai offrire un mercato da poter essere comparato alla plasticità e alla torsione dei corpi, alla sinuosità delle curve leggiadre delle figure scolpite con maestria e al forte sentimento espresso ma al tempo stesso nascosto in ciò che era custodito in quel tempio di cultura di fronte al quale sostavamo in quell'istante? Sul momento non sopraggiunse nessuna risposta se non quella dell'intenzione del ragazzo di recarsi in quel fantomatico mercato cittadino ed era innegabile che, per quanto potessi vedere, il corpo di lui esplicitasse e convincesse più di inutili e forse superficiali parole; un fondoschiena veramente ben fatto in fin dei conti è uno dei pochi legami tra Arte e Natura a poter essere considerato tale e io non mi ero forse recata in quel posto, in quel momento, per poter osservare qualche interessante opera d'arte? Decisamente sì.
Sollevai prontamente lo sguardo quando il viso di lui si girò alla ricerca del mio, portando lentamente e in automatico la mano libera sul ciondolo in un istintivo e al momento inutile tentativo di protezione per poi sorridere di questo mio gesto quasi sciocco e lasciarlo subito andare. «Purtroppo però non sono di queste parti...» dissi aggiungendo una punta di afflizione alle mie parole, giusto per dare un po' di teatralità, avvicinandomi quindi a lui per affiancarlo «..e anche se fossi convinta di trovare qualcosa di più interessante al Mercato non saprei come arrivarci..» gli sfiorai quindi un braccio, in un gesto lieve e quasi disinteressato portando poi la stessa mano a giocherellare col ciondolo. In fin dei conti era un perfetto sconosciuto e un po' di precauzione non guastava mai. «Mi faresti da guida?» Gli chiesi inclinando leggermente il viso, continuando ad osservarlo e non riuscendo proprio a nascondere la nota di malizia che con probabilità traspariva dal mio sorriso.
soffocare la libertà interiore dell'uomo. ..»
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view post Posted on 23/6/2012, 20:01
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dionisoname
*E' divertente il modo in cui due perfetti estranei possono entrare immediatamente in confidenza, in determinate situazioni e ovviamente nel caso in cui i caratteri siano compatibili.
Al rosso personalmente era successo non poche volte, nel corso della sua eterna esistenza, di ritrovarsi in situazioni simili.
Era per questo che adorava gli Umani: non sapeva mai cosa aspettarsi, non era mai sicuro di ciò che sarebbe accaduto, e al contempo sperava continuamente che si verificassero situazioni in un certo qual modo intriganti.
Beh, quando c'era lui di mezzo o erano intriganti o lo diventavano in qualche modo, questo è certo, anche perchè un altro lato divertente degli Umani era il modo in cui riusciva a girarli e rigirarli a proprio piacimento anche con un semplice sguardo.
In quel caso si trattava decisamente della prima ipotesi: una sorta di affinità, forse data da quel casuale incrcocio di sguardi, forse solo immaginata o forse causata da quel modo della ragazza dai corti capelli scuri di essere così innocente e provocatrice al contempo.
Non ne aveva idea, il buon vecchio Dio dello Strepito.
Se ne stava semplicemente ad attendere, divertito dal modo in cui lei coprì il ciondolo con la mano, dopo che lui le aveva intimato di starci attenta.
Non sapeva ancora bene come considerarla, se come semplice ragazzina o come calcolata provocatrice, anche perchè in definitiva la stava osservando da sì e no un paio di minuti, eppure c'erano certi atteggiamenti che gli facevano in un certo senso ben sperare.
Un esempio su tutti era che gli avesse risposto subito, senza la minima esitazione o paura.
In effetti, con l'andar del tempo, la fiducia delle ragazze negli sconosciuti era sempre più diminuita... non solo quella delle ragazze, in effetti.
Perciò il fatto che non avesse fatto finta di nulla era un buon segno.
Per non parlare del modo in cui accettò il suo invito..
No, decisamente non era solo una semplice ragazzina, quella che aveva davanti, e la cosa lo fece sogghignare con aria divertita, mentre i muscoli del braccio sfiorati da quel lieve contatto si irrigidivano per un secondo.*
Nessun problema... stavo giusto andando lì.
*Menzogna, pura menzogna, accompagnata da uno sguardo che non prometteva assolutamente nulla di buono, che però non venne rivolto direttamente a lei, ma alla strada che avevano di fronte.
La via dal museo al Mercato di Hermes non era lunga: entrambi erano nel centro storico della città, bastava girare un paio di angoli e attraversare uno dei corsi principali fino alla grande piazza su cui torreggiava la statua del Dio Messaggero.
Il rosso mosse così i primi passi in quella direzione, camminando con la consueta andatura rilassata, le mani nelle tasche e lo sguardo per il momento fisso sulla strada, che poi però si spostò per tornare a guardare la ragazza.
Aveva tanti pensieri che gli frullavano per il cervello in quel momento, tra i quali alcuni che decisamente avrebbe preferito evitarsi, o quantomeno rimandare a un secondo momento.
Ed era proprio colpa di quei pensieri se sogghignava come se ci fosse qualcosa che lo divertisse.*
Quindi... non sei di queste parti. Come mai ti trovi in Tessaglia? Gita.. di piacere?
*E ovviamente non poteva evitarsi di sottolineare, seppure impercettibilmente, le ultime due parole.
Quando mai si evitava qualcosa, lui... anche se c'è da dire che in quel contesto poteva anche suonare come se lo stesse facendo per ironizzare sulla decisione della ragazza di andare in quel barboso, noioso museo.
Decisamente luoghi del genere non facevano per lui: l'arte la lasciava al caro cuginetto Apollo.
Il suo campo era più quello dell'... intrattenimento.*
 
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{Fancydream
view post Posted on 24/6/2012, 10:46





sheeva
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«..E' molto facile, in nome della libertà esteriore,
Evento programmato o semplice fatalità, l'accadere di quell'incontro sembrava essere qualcosa di inevitabile; lo scontrarsi di due anime come tante altre che avrebbe potuto proseguire in modi più dilettevoli di una semplice passeggiata in direzione di un Mercato che recava ancora celato ai miei occhi il suo essere così interessante. Lo osservai vagamente incuriosita mentre ogni suo gesto, ogni sua parola e soprattutto quel suo sogghigno dipinto in volto mi diedero l'impressione di appartenere a un ragazzo più che sicuro di se stesso, uno come i tanti superficiali che vi erano in giro, a giudicare anche da come si era appostato, per noia o per "cacciare", fuori da quel museo che lui stesso aveva poi detto di ritenere noioso. Un po' un controsenso considerando l'intenzione, a detta sua, di volersi recare proprio in quel fantomatico Mercato. «Mi ritengo fortunata allora..anche se..non l'avrei mai detto dato il modo in cui eri..uhm.. appostato.. fino a un attimo fa..» gli risposi ironica lanciandogli un veloce sguardo prima di rivolgerlo alla strada e incamminarmi a mia volta verso quel luogo "più interessante", passeggiando lenta accanto al rosso con un sorriso tra il malizioso e il divertito che mi incurvava le labbra. La mano destra - e quindi quella più vicina a lui- smise di rigirarsi il ciondolo tra le dita per portare un corto ciuffo nero dietro l'orecchio facendomi socchiudere appena e per un attimo gli occhi quando a seguito di quel movimento percepii con una nota di intensità maggiore il vago profumo di mandorle, per niente forte o sgradevole almeno per me, derivato dal docciaschiuma a cui non avevo rinunciato neanche con la veloce doccia fatta poco prima in albergo per rinfrescarmi e allontanare la fatica e la stanchezza date dal viaggio. -Non ti sfugge nulla Sherlock - pensai ironica quando il ragazzo riprese le mie parole di poco prima sul mio non essere originaria di quel luogo. Tornando a giocherellare distrattamente col ciondolo un altro piccolo e invitante pensiero iniziò a solleticare la mia mente: perchè non esercitare le mie capacità anche con lui? Qualcosa di piccolo per cominciare, giusto per vedere la sua reazione..sempre se si fosse accorto che fosse accaduto qualcosa di strano. Cercando di non soffermarmi sulle sue labbra intente a sogghignare ricercai lo sguardo di lui «Qualcosa del genere..» risposi con voce più bassa e calda delle volte precedenti, mantenendomi sul vago, sorridendo mentre la mia attenzione era convogliata sugli occhi di lui con tutta l'intenzione di confonderli. Al concludersi di questa mia frase, sempre se lo sguardo fosse stato ricambiato e sempre se lui fosse stato umano -ipotesi della quale a dir la verità non avevo dubbi-, avrebbe dovuto vedere un mutamento nei miei occhi, un piccolo cambiamento di tonalità dal mio viola naturale a un azzurro cielo a cui imposi una durata non superiore al pronunciamento dell'ultima parola.«Che mi dici di te?» gli domandai dopo un istante di pausa in cui non potei che sogghignare a mia volta. «Sei originario di Larissa?»
soffocare la libertà interiore dell'uomo. ..»
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view post Posted on 24/6/2012, 13:59
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dionisoname
*Destino o Fato che fosse, nessuno poteva sfuggirgli, nemmeno gli Dei.
E neanche le Moire, se proprio vogliamo essere sinceri fino in fondo: quante volte avevano perso quel dannato occhio della preveggenza e quante volte avevano intrecciato i fili della vita di qualche povero ingenuo Umano affinchè le aiutasse nell'impresa di ritrovarlo?
Troppe.. il che faceva riflettere vagamente il rosso sulla possibilità che esistesse un Dio degli Dei... avrebbe dovuto porgere quella domanda al paparino, un giorno, ma non certo in momenti no... come quando era in compagnia della sua "dolce" e "soave" mogliettina.
No, una bella chiacchierata tra padre e figlio davanti a un buon bicchiere di vino sarebbe stata l'ideale.
Sempre se il vecchio si fosse lasciato convincere a bere vino invece che ambrosia come suo solito.
Ma la faccenda, almeno in quell'istante, era secondaria.
In quel momento preciso aveva altro per la mente, piuttosto che improbabili quanto ridicole chiacchiera col Gran Capo.
Era piuttosto intento a camminare ridendo sommessamente, a causa delle parole pronunciate dalla ragazzina un paio di istanti prima.
Appostato... era poi vero che si fosse "appostato"?
Beh... probsbilmente si, lo aveva fatto in maniera inconscia per trovarsi qualcuno da abbindolare o con cui giocare un pò... anche perchè non era possibile che un soggetto come lui entrasse a una mostra d'arte.
Fosse stata arte classica sarebbe stato diverso: le forme scolpire nel marmo, i corpi più che perfetti torti nelle pose più assurde... si, decisamente divertente.
Ma l'arte "moderna" -il che voleva dire quella dal 1700 in poi- non gli era mai andata a genio.
Troppo poco comprensibile, troppo distante da ciò a cui era abituato lui... il che voleva dire troppo noiosa.
Ma non rispose alla ragazza, di cui ancora aspettava di conoscere il nome.
Si limitò a fare spallucce come a dire "che vuoi farci?", anche perchè era effettivamente stata una coincidenza che esattamente mezzo minuto dopo il suo essersi "appostato" fosse arrivata lei.
Continuarono entrambi a camminare, svoltando il primo angolo e addentrandosi in un vicolo grazie al cielo in ombra.
Un leggero venticello fresco proveniente da chissà dove fece prendere un profondo respiro di gratitudine al Dio, mentre la piccola rispondeva alla sua domanda con aria vaga e voce calda e profonda.
Talmente invitante che lo fece voltare, e a quel punto... capì che c'era qualcosa che non andava.
Si fermò per qualche istante, il rosso, osservandola, dritta negli occhi.
Qualcosa nel suo sguardo era mutato... qualcosa che era durato solo per un istante, come un flash.
Non era neanche certo di aver visto ciò che pensava di aver visto... dopotutto poteva anche essere che fosse stato un gioco di luce... ma gli era parso di vedere gli occhi della ragazza farsi più chiari, per un solo istante.
La cosa poteva promettere bene, volendo.
Se fosse stata in possesso di poteri psichici ci sarebbe stato da divertirsi nel lasciarla tentare di confondergli il cervello -già più che confuso di suo, d'altronde-.
Ma per il momento si limitò a sorridere e rispondere alla sua domanda, cogliendo la palla al balzo e trovando al contempo la scusa perfetta per quel suo essersi... "appostato".*
No, nemmeno io sono di qui. Mi sono preso una breve vacanza dal lavoro, se così si può dire...
*Lavoro???
E quando mai lui aveva "lavorato" in vita sua???
Si trattenne a stento dal ridere, mordendosi per un istante il labbro con aria divertita*
L'hotel dove alloggio non è lontano dal museo.. è per quello che mi ero... appostato lì. Se non altro era un posto all'ombra.
*Finito di parlare, riprese a camminare, guardando dritto davanti a sè, senza dare idea di aver visto nulla, ma consapevole che lei si fosse accorta del suo momentaneo, iniziale stupore.
Ma quale semplice Umano avrebbe affermato di aver visto il colore degli occhi di una ragazza cambiare in un lampo?
Nessuno, semplicemente... e questa era un'altra cosa che amava degli Umani: perfettamente idioti nel loro ostinarsi a non voler credere a ciò che vedevano, e ancor più idioti nel rimanere realmente confusi da ciò che speravano di non aver visto.*
 
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{Fancydream
view post Posted on 25/6/2012, 15:41




sheeva
sheee
«..E' molto facile, in nome della libertà esteriore,
Per voler sottolineare l'ironia del Fato vigeva da sempre il detto per il quale anche il più insignificante battito d'ali di una piccola farfalla poteva scatenare in paesi lontani e forse sconosciuti la forza distruttiva di un uragano. Non sempre però le conseguenze di movimenti o mutamenti erano così drastiche; spesso ignorate dai più o confuse per il normale corso degli eventi queste non cessavano di manifestarsi mutando anche minimamente le situazioni più disparate. Colpevole di quel mutamento in quel particolare pomeriggio di sole a Larissa fu il nostro incontro iniziato per una frase detta apparentemente a caso e in procinto di proseguire in maniera più lieta, dal canto mio perlomeno, dato che avevo tutta l'intenzione di divertirmi con quel ragazzo così simile a molti altri ma al tempo stesso intrigante. Aveva rivelato poco di sè, come del resto dovetti ammettere di aver fatto io ma a monte del mio comportamento vi era il desiderio di scoprire qualcosa di lui senza dover cedere e rivelare qualcosa di me..non molto perlomeno. Avevamo da poco svoltato un angolo, addentrandoci in un vicolo riparato dal sole che -come fu evidente- recò sollievo a entrambi che il desiderio di voler giocare un po' con lui prese in sopravvento. Non avevo voluto iniziare da nulla di complicato o eccessivo, un semplice mutamento o schiarimento che dir si voglia che aveva coinvolto la sua vista; non si era trattato di nulla di reale, solo confusione degli organi sensoriali in questione della durata di un unico, brevissimo istante ma che fu evidente aveva avuto successo. Come averebbe potuto non averlo visto e considerate le mie origini? No, la certezza della sua riuscita riempiva i miei pensieri come d'altronde stava facendo la voglia di continuare a prendermi gioco di quel ragazzo. Mi trattenni a stento dal sogghignare compiaciuta quando lui si fermò, fissandomi, limitandomi a ricambiare il suo sguardo e continuare a sorridergli con una nota di malizia che si trasformò quasi in sorpresa quando nominò, anche se solo di sfuggita e senza addentrarsi nei particolari, il suo lavoro. Certo il fatto di possederne uno verteva a suo vantaggio: solitamente l'avere un'occupazione era sinonimo di responsabilità e maturità e ciò fece nascere in me il dubbio di aver giudicato in maniera totalmente sbagliata il rosso, dubbio questo che però non riuscii a farmi desistere dal portare a compimento quelle che erano le mie intenzioni.
Una piccola interruzione intercorse tra le sue parole portandomi a mia volta a mordermi il labbro inferiore come riflesso del gesto da lui compiuto mentre il mio sguardo gli accarezzava lento il viso, sostando dapprima sugli occhi e poi sulle morbide labbra spostandosi quindi rapido sulla strada che avevamo ancora da percorrere. Una risatina sommessa sfuggì alle mie labbra quando, riprendendo la parola, usò il termine da me utilizzato poco prima per descrivere nel modo che avevo ritenuto più adatto il suo sostare fuori dal museo. Probabilmente aveva deciso di appoggiarsi a quel muro per un altro motivo ma erano innegabile le conclusioni che il suo gesto portavano a trarre. «Quindi.. Hai un lavoro.» Esordii imitando il modo di fare del ragazzo. «Che cosa fai? Non sembri uno a cui piaccia far molta fatica..» continuai accompagnando la frecciatina con un'altra occhiata mentre il desiderio di confonderlo non poté che crescere dentro di me. Questa volta volli concentrarmi sull'udito del ragazzo cercando però di far passare quello che avrebbe sentito più come un pensiero proprio che come una voce esterna anche se, ovviamente e sfortunatamente, il poter manipolare la mente altrui era al di fuori dalla mia portata. Non volendo cedere per prima su quel punto a qualche istante dalle mie parole utilizzai nuovamente le mie facoltà; neanche questa volta avevo in mente nulla di esagerato ma fare ciò che feci richiese di certo una maggiore concentrazione rispetto alla volta precedente. Una piccola frase mormorata dalla sua voce ma non pronunciata nè dalle mie labbra nè da quelle di lui, udibile unicamente da quel ragazzo dagli occhi dorati: dille il tuo nome. Già qualche volta mi era capitato di usare questo trucchetto ma non sempre l'esito era stato quello che speravo; come sarebbe andata questa volta? Non restava che attendere.
soffocare la libertà interiore dell'uomo. ..»
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view post Posted on 25/6/2012, 16:18
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dionisoname
*Certo che negli ultimi tempi gliene capitavano davvero tante di cose strane...
Per non parlare degli strani soggetti con cui si ritrovava ad avere a che fare.
Qualche tempo prima si era trattato di quel fastidioso moscerino, come lo aveva amabilmente definito Nem, che non faceva altro che ronzare e correre a destra e a manca, affermando di essere il figlio dello zio-Pesce...
A tal proposito, si era dimenticato di andare a chiedere spiegazioni al suddetto zio, che certo non arrivava ai livelli di ingordicia del caro paparino, ma tuttosommato se la cavava abbastanza bene anche lui.
Era quasi del tutto certo che il ragazzino non stesse mentendo, anche perchè altrimenti come potevano spiegarsi le sue facoltà?
E ora eccone un'altra... pareva che attirasse semidei come una calamita.
Il che, in questo caso, almeno, non gli dispiaceva di certo, anzi.
Certo, sempre che quella che aveva avuto pochi minuti prima non fosse stata solo un'impressione, o magari un'allucinazione dovuta al caldo.
No, doveva esserne più certo, il che voleva dire che doveva aspettare di vedere qualcos'altro da parte di lei, oppure tentare di provocarla per convincerla a utilizzare nuovamente i suoi poteri.
In realtà, a giudicare da quell'espressione fintamente sorpresa e dai sorrisini maliziosi che ogni tanto lei lanciava, pareva proprio che non ci fosse tutto questo bisogno di convincerla o spronarla, anzi... vista dall'esterno sarebbe sicuramente parso come se fosse lei a cercare di provocare lui, e per il momento, probabilmente, così era.
Dopotutto si erano incontrati da pochissimo... doveva tastare il terreno, prima di essere certo di avere la via libera.
O prima di essere sicuro delle convinzioni che pian piano si stavano facendo largo nel suo cervello...
Arrivati press'appoco a metà del primo vicolo le fece quella sorta di rivelazione, falsa come era falsa la sua espressione da finto ingenuo, o se vogliamo da ragazzo che se ne frega altamente di quel che gli succede intorno e quasi non ci fa caso.
Assolutamente no, in quel momento era più che attento anche al benchè minimo cambio di espressione di lei: malizia velata, sorpresa, di nuovo malizia... era davvero divertente stare lì a osservarla.
Così come divertenti erano le domande che lei gli porse e la deduzione che aveva fatto dal semplice osservarlo per qualche minuto.
Non potè non sfuggirgli un risolino sommesso, dopo quelle sue parole.*
Non sei la prima che me lo dice..
*No, non era affatto la prima a dirgli che era un nullafacente sfaticato buono a nulla... erano millenni che glielo dicevano.
Però doveva ammettere -con un certo orgoglio, anche-, che era riuscito a non dare mai retta a nessuno.
Ma dopo questa domanda si poneva un quesito: cosa rispondere alla ragazzina dagli occhi mutevoli?
E fu mentre il suo cervello macchinava per arrivare a una scusa plausibile che sentì quella specie di invito... un invito a dirle il suo nome, formulato da un terzo nella sua testa.
Un battito di ciglia, un decimo di secondo di sincera sorpresa che gli attraversò il cervello, e poi la consapevolezza.
Consapevolezza di avere avuto ragione nel pensare quel che aveva pensato.
La moretta nascondeva dentro molto più di quel che si vedeva in superficie, che, a dirla tutta, già di per sè era interessante, quantomeno.
Un sogghigno piuttosto malsano dello spazio di un secondo precedette un altro tipo di sorriso, più sincero.
Doveva ancora risponderle sulla faccenda del lavoro, e al contempo.. doveva farle credere di essere cascato con tutte le scarpe nel tranello.
Perciò la guardò, soffermandosi per qualche istante sul ciondolo, cercando di evitare ai suoi occhi di scendere più in basso, per poi tornare a guardarla in quei suoi occhi violacei.. che razza di necessità aveva avuto, poco prima, di mascherare quel magnifico colore con quell'azzurro così comune lo sapeva solo lei.*
Comunque, sempre che ti interessi, mi occupo di.... produzione di vini. Vino rosso, per la precisione... come tutta la mia famiglia, d'altronde.
*Beh, i Greci dicevano che era stato nientemeno che lui a inventare quella dolce, soave bevanda... quindi perchè non essere un giovane produttore di vini che aveva ereditato l'azienda dal padre?
A volte si stupiva della fantasia che il suo cervello dimostrava nello sparare scuse di ogni genere ai nuovi conoscenti.
Ah, giusto... a tal proposito doveva ancora dirle il nome.. quale usare questa volta?
Non gli andava di inventarne di nuovi, perciò optò per usare quello che aveva usato anche col moscerino sedicente semidio.*
Piuttosto, parlando di cose serie... io sono Dean.
*Lo sguardò si voltò di nuovo verso di lei, dopo essere stato rapito dalla strada davanti a lui per qualche secondo.
Avevano finito di attraversare il primo vicolo, un altro paio di passi e avrebbero dovuto svoltare per entrare nel secondo vicoletto.*
Tu invece che mi dici di te?
 
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{Fancydream
view post Posted on 28/6/2012, 10:32




sheevasheee«..E' molto facile, in nome della libertà esteriore, Come è sorprendentemente bella quella sensazione che si prova quando si è certi che facendo quello che si sta facendo non si possa incappare in eventuali errori o nella sua mancata riuscita; quando si crede talmente tanto nelle proprie capacità e si ha quella cieca fiducia in se stessi che non si è neppure lontanamente portati a tenere in considerazione l'ipotesi di un fallimento. Perchè mai si dovrebbe poi? La superbia il più delle volte viene considerata alla stregua di un difetto dell'anima - comprensibile in effetti dato che è uno dei sette peccati capitali - ma lo è veramente? E' veramente una macchia che corrode la purezza dello spirito? Sempre che questo possa essere puro. Certo alla nascita probabilmente lo è ma il tempo, ingrato, geloso e spesso confuso col fato o col divino, dall'alto della sua solitaria immortalità porta le persone a contaminarlo sempre più con pensieri o azioni, mostrate o nascoste. Chi cela le proprie intenzioni dietro a una maschera di falsa moralità è il primo fra tutti che macchia la propria anima..ma chi agisce diversamente, invertendo ciò che nasconde con ciò che mostra? Come avrei dovuto essere definita io per esempio? Ipocrita o semplicemente stupida? Forse entrambe le cose e neanche in quell'occasione il mio comportamento mi stupì più di tanto se non addirittura per nulla.
Non riuscii a decifrare con eccessiva chiarezza la sua espressione o l'eventuale riuscita o meno di quel piccolo trucchetto che voleva imitare l'intromissione negli altrui pensieri senza averne però la capacità come non riuscii del resto a cogliere quell'iniziale momento di stupore. Catturai invece quell'attimo in cui le labbra di lui erano intente a sogghignare in quel modo così ambiguo da non promettere nulla di buono, espressione subito celata dietro a un sorriso più naturale. Chi, tra noi due, era colui che mentiva dunque? E qual'era la vera natura di quel ragazzo, quella che mostrava o quella che nascondeva? Sempre che avesse avuto qualcosa da nascondere e i miei non fossero stati unicamente dubbi sciocchi. Vere preoccupazioni o solo effimeri pensieri, questi però non incrinarono la mia espressione che rimase sorridente e maliziosa. Mi morsi il labbro quando il suo sguardo calò sul ciondolo, tirando indietro di poco le spalle per permettere di mettere ancora di più in mostra le mie forme, quasi invitandolo a spostare lo sguardo più in basso se la cosa lo aggradava. Poi i nostri sguardi si incrociarono nuovamente e quella risposta non potè che incuriosirmi relativamente di più. Dunque non aveva scelto una carriera che gli permettesse in qualche modo di scalare la china sociale puntando ai profitti ma aveva deciso, per scelta volontaria o obbligata, di dedicarsi all'attività di famiglia. Ammirevole davvero. Il sorriso sempre stampato in volto, malizioso e forse un po' teso nell'attesa della rivelazione "spontanea" del suo nome, continuai a osservarlo anche quando lo sguardo di lui si rivolse alla strada.
E poi eccola: la prova che le mie capacità erano riuscite a portare a compimento il loro gioco.
Ma vi erano dubbi in fondo? «Cose serie?» domandai palesemente divertita nonchè tremendamente soddisfatta quando pronunciò il suo nome. «E dimmi..Dean.. E' un'etichetta che potrei conoscere la tua?» chiesi, evitando di proposito di rispondere alla sua domanda.
soffocare la libertà interiore dell'uomo. ..»
codeby



Edited by {Fancydream - 4/7/2012, 20:30
 
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view post Posted on 28/6/2012, 12:57
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Alla fine del mondo, vedrai, i nostri sogni diventano VERI

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dionisoname
*Caldo... quel giorno faceva decisamente troppo caldo.
Un Dio nato dal Fuoco e in grado di controllarlo e crearlo dal nulla doveva essere in grado di sopportare un raggio di sole in più... eppure, forse per la confusione causata dalla notte di bagordi precedente, o forse per la nuova, piacevole confusione causata dall'incontro con quell'altrettanto piacevole ragazza, quel giorno si sentiva piuttosto insofferente a quella temperatura sahariana.
Ma per ora si limitava a controllare la faccenda concentrandosi su altro... aveva dei progetti in mente per sfruttare quella situazione climatica e il suo potere di controllare il fuoco.
In effetti avrebbe potuto chiedere al fratellastro Apollo una mano nel rendere il sole ancor più cocente, ma quando mai quel serioso amante dell'arte si prodigava nel creare occasioni in più di divertimento per lui?
Ma dopotutto andava già bene così... e poi non era a questo che doveva pensare in quel momento, no?
Per ora doveva soltanto concentrarsi sullo stare al gioco ed evitare di apparire troppo strano, troppo diverso dai normali canoni di un giovane Umano in vacanza, che altro di meglio non ha da fare che non sia far fare un giro turistico a una sconosciuta.
Poi, chissà... magari nel corso della gita sarebbe nato qualcosa di diverso.. e a giudicare dal modo in cui lei sorrideva e da vari suoi atteggiamenti, era altamente probabile che andasse a finire così.
Ance perchè quando mai il Dio della Gioia rifiuta un invito?
Comunque, riguardo al tragitto che ancora li separava dalla piazza del Mercato di Hermes, erano ancora press'appoco a metà strada: avevano imboccato il secondo vicolo, meno in ombra del primo, e forse è per questo che nella mente del Dio si stavano affacciando pensieri riguardanti caldo, sole e desiderio di refrigerarsi in qualche modo.
Non immaginava neppure cosa il suo cervello sarebbe arrivato a macchinare se si fosse trovato completamente esposto al sole... e forse è meglio non scavare in questo genere di pensieri da parte della divinità, o si rischia di impelagarsi in meandri decisamente non adatti ai deboli di cuore.
Intanto, mentre entrambi continuavano quella sorta di passeggiata e lui aveva deciso di mostrarsi per quel che non era, ovvero un Umano cascato completamente nel caro vecchio trucco della confusione psicologica, agli occhi d'ambra del rosso non potè non sfuggire la vaga nota di soddisfazione che per qualche attimo attraversò il viso della moretta.
Sì, aveva fatto decisamente bene a fingere di cascarci... e chissà che diavolo avrebbe potuto combinare se lei si fosse spinta solo un tantino più in là del dovuto con quel giochetto...
Dopotutto gli Umani cedono facilmente alle provocazioni psicologiche, giusto?
Un sopracciglio si sollevò leggermente, mentre lei parlava, notando che non aveva risposto alla sua domanda.
La cosa da un lato avrebbe anche potuto irritarlo, ma in quel momento no.
Era troppo curioso di sapere fino a che punto quella ragazzina maliziosa voleva spingersi con quei giochetti.
Perciò fece spallucce alla sua prima domanda.*
Perchè, ti ritieni poco interessante?
*A domanda rispondere con domada... vecchio trucco imparato tanto tempo addietro.
Di solito funzionava, talvolta anche con gli Dei stessi, forse troppo sicuri di sè nella loro immortalità, o forse semplicemente troppo spocchiosi per dar peso a giochetti da bambini che spesso e volentieri finivano con lo spingerli a tradirsi.
Riguardo alla seconda domanda.. beh... avrebbe dovuto trovare qualcosa di convincente con cui risponderle, senza dubbio.
Ma chi lo conosceva davvero sapeva che adorava inventare storie.
In fondo era anche per questo che mentiva, anzichè partire direttamente confondendo il cervello di chi aveva davanti per arrivare ai propri scopi.
No, era decisamente più divertente tergiversare per un pò, prima.. un pò come il gatto che gioca col topo prima di ucciderlo.
Ridacchiò sommessamente, tra sè e sè, mentre uscivano anche dal secondo vicoletto e si affacciavano su uno dei corsi principali.
Una larga strada piena di negozi e divertimenti di ogni tipo, dai fast food all'americana alle boutique di abiti di lusso, sempre frequentata da un oceano di gente.
In quel momento non ce n'era molta, però.. forse quella mostra d'arte aveva davvero attratto parecchie persone, dopotutto.
In ogni caso, tornando alla chiacchierata... e alle menzogne...*
Uhm.. beh, presumo che non sia poi così impossibile da trovare, in effetti. I nostri clienti sono pochi e sempre gli stessi da quando il nonno di mio padre fondò l'azienda... ma ho in mente di allargare un pò il giro.
*Nel dire le ultime tre o quattro parole, lo sguardo non potè non tornare a incrociarsi con quello di lei, accompagnato da un leggero sorriso, in parte forse anche malizioso.
Oh si, allargare il giro era decisamente nei suoi pensieri.. anche se proprio non sapeva da dove avesse tirato fuori quella storia, che tuttosommato gli pareva anche piuttosto convincente.*
 
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{Fancydream
view post Posted on 5/7/2012, 12:30




uhm..forse c'è una piccola azione autoconclusiva verso la fine -non se ne intende ancora per capire se può essere considerata come tale o meno- se devo cambiare dillo pure anche se non penso che al dio dispiaccia più di tanto XD


sheeva
sheee
«..E' molto facile, in nome della libertà esteriore,
Quanto l'apparenza si trova a riflettere la realtà, la vera natura delle cose? Quanto spesso ciò che vediamo è reale e quanto spesso invece questo non è altro che frutto della nostra immaginazione, insito o indotto che sia? Chi ci affianca, ciò che ci circonda.. è tutto reale? O solamente uno scherzo architettato dalla mente al fine di prendersi gioco di noi? Buffo che proprio io parli di illusioni, io che per prima celavo ciò che ero e confondevo i sensi di coloro che incontrato per puro divertimento e esercizio delle mie capacità inducendoli a credere di vedere, sentire o in alcuni casi provare ciò che io sola volevo che percepissero.
Ovviamente non ero ancora in grado di creare dal nulla un ambiente ampio o dettagliato come quello in cui mi trovavo al momento col rosso, pardon, Dean come aveva detto di chiamarsi, e a meno che non l'avesse creato lui -cosa di cui dubitavo altamente - quel vicolo era reale come sfortunatamente era reale il caldo in cui eravamo immersi; fortuna però che non eravamo direttamente esposti ai raggi del sole, situazione questa che si guadagnò la gratitudine della mia lucidità e del mio corpo.
Tornando a noi, le mie parole sembravano aver scalfito ben poco il ragazzo che mi affiancava mentre le sue non poterono che infastidirmi almeno un po'; non tanto per il fatto che non avesse risposto alla mia prima domanda, in fondo quella era più retorica o scetticismo che un quesito vero e proprio posto a quel produttore di vini dagli occhi color dell'oro , quanto per le parole da lui dette. Ridacchiai sommessamente, cercando di nascondere l'irritazione in quella risata che poteva comunque sia dirsi divertita.
«Oh, ma non stavamo affatto parlando di me infatti»
Era davvero divertente quel ragazzo e il suo modo di fare, quel tentare di imitare le mie risposte vaghe cercando nel frattempo di provocare in me una qualche reazione, forse rabbia o forse delusione per non avercela fatta a giocare con lui ma a conti fatti il mio gioco era già avviato e con successo a dire il vero: sapevo il suo nome mentre lui era ancora all'oscuro del mio.
Un altro sorriso di soddisfazione misto a malizia comparve sul mio volto non appena svoltammo l'angolo ritrovandoci in una strada più ampia, evidentemente una via di importanza maggiore rispetto a quelle percorse fino ad ora sebbene al momento vi fosse veramente poca gente. Alle sue parole però non potei non voltarmi e tornare a guardarlo, intrecciando lo sguardo con quello magnetico di lui e ricambiando il sorriso con uno ben più malizioso di quello dipinto sul volto di Dean. Ancora una volta non aveva risposto se non in maniera vaga. «Spero solo che..allargando il giro..» mormorai fermandomi, portando poi la mano destra dietro alla nuca del ragazzo, incastrandola lentamente tra i suoi capelli mentre il palmo premeva leggermente per attrarlo al mio viso. «..non ne risenta la qualità..» mormorai a un nulla dalle sue labbra, lo sguardo fisso in quello di lui e il sorriso ancora più largo in volto mentre la voglia di giocare aumentava sempre più.
Perchè non spingere quella situazione un po' oltre in effetti? O perlomeno perchè non cercare di spingere lui un po' oltre.. Nuovamente focalizzai la mia attenzione sul suo udito ma senza distogliere lo sguardo dai suoi occhi mentre una piccola frase veniva fatta sentire al ragazzo, nuovamente con la sua voce come la volta precedente per tentare di simulare una seconda volta un pensiero formulato dalla sua mente. Ti desidero..
soffocare la libertà interiore dell'uomo. ..»
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view post Posted on 5/7/2012, 13:23
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dionisoname
*Possibile che avesse davvero trovato per caso un qualcuno con dentro di sè gli stessi pensieri che stava facendo lui?
Lo trovava un tantino difficile da credere, ma... beh, l'apparenza era assolutamente quella.
Ma, appunto, quanto spesso capitava che l'apparenza non corrispondesse alla realtà, e quanto spesso invece accadeva che la realtà stessa fosse mille e mille volte più incredibile di qualsiasi cosa si potesse immaginare?
In quel caso era decisamente la seconda ipotesi quella più probabile.
Si trattava di una sorta di collegamento mentale, un'affinità ben più che accennata e tutt'altro che nascosta, che attimo dopo attimo pareva emergere sempre più.
Nonostante all'apparenza fosse lei a condurre il gioco, nonostante le stesse facendo credere di non aver afferrato quel che in realtà stava accadendo, e nonostante quel suo non rispondergli lo stesse facendo, in minima parte, irritare... la situazione era assolutamente promettente.
Anche se, per il momento, almeno, non aveva ancora l'intenzione di spingersi più in là di quel che la razionalità avrebbe voluto.
Stavano camminando lungo quella specie di corso deserto, passando accanto a vetrine, negozi, ristoranti, posti di ogni genere e tipo.. eppure pareva proprio che alla ragazza non importasse, pareva che fosse tutta presa da altro.
E in effetti era così anche per lui.
Decisamente c'era altro al momento che lo interessava, piuttosto che le vetrine luccicanti che aveva intorno.
Ad esempio quel sorrisino malizioso, che peggiorava sempre più di secondo in secondo.
Si impose di non farci caso, limitandosi a osservarla mentre continuava a camminare beatamente.
All'orizzonte, poco lontano, cominciava a intravedersi la statua di Hermes, che troneggiava sulla piazza del Mercato.
Solitamente già da quella distanza si sarebbe iniziato a sentire il vocio proveniente dalle bancarelle e dai vari venditori che cercavano di attirar più gente possibile.
Quel giorno il vocio era più sommesso del solito, ma continuava comunque a sentirsi chiaramente.
Anche se, beh, alle sue orecchie il tutto appariva decisamente più ovattato, per non dire confuso.
Sarà anche che al momento era concentrato su altro... come ad esempio le dita di lei lungo il collo, tra i capelli, dietro la nuca...
Si era bloccato, letteralmente, in mezzo alla strada, il corpo irrigidito, gli occhi socchiusi e un sorrisino sulle labbra che decisamente non prometteva nulla di buono, mentre guardava negli occhi la ragazza a un nulla dal suo viso, talmente vicina da sentirne il respiro sulla pelle... talmente vicina da desiderare di baciarla.
Nonostante questo rimase immobile, per il momento, limitandosi a guardarla mentre il sogghigno si allargava al sentire quel nuovo tentativo di confondergli la mente.
"Ti desidero"... c'era davvero bisogno di imporglielo?
No, assolutamente no... e ovviamente lo sguardo cadde sulle labbra di lei mentre quelle parole ancora gli aleggiavano nella testa, dette con la sua stessa voce.
Davanti pareva avere due petali di rosa, che altro non aspettavano che le sue labbra... per non parlare di quegli occhi che, doveva ammettere, erano piuttosto ammalianti, e decisamente più belli ora che lei aveva deciso di non fargli cambiare colore.
Ma doveva rimanere lucido ancora un pò, se voleva che il gioco reggesse.
Insomma, doveva darle l'impressione di essere Umano, giusto?
Quindi doveva cascare nel tranello.. e al contempo trovare un modo di attendere ancora qualche minuto.
Non molto, non un'eternità... solo qualche minuto.
Eppure sentiva già il respiro dannatamente spezzato e accelerato a causa della vicinanza di quel corpo al suo.
E, in tutto questo, c'era anche la voglia matta di giocare in quel modo anche lui.
Non gli era mai piaciuto fare la parte del topo, dopotutto.. il ruolo del gatto gli era decisamente più congegnale.*
Non credo... ci sia pericolo su questo.
*Un mormorio, nulla di più, detto in risposta alle parole pronunciate da lei mentre gli si avvicinava.
Gli occhi si socchiusero leggermente, insieme alle labbra aperte in quel sorriso a metà tra l'ingenuo e il malizioso.
Nonostante tutto riusciva ancora a mantenersi abbastanza presente a sè stesso da evitare di esagerare nel mostrare ciò che provava.
Ma l'impresa era decisamente ardua... e il desiderio di rispondere a illusione con illusione talmente forte da riuscire quasi a farlo cedere.
Ma non era ancora il momento, perciò... si morse distrattamente il labbro nel guardarla, avvicinando di più il viso al suo fin quasi a sfiorarle le labbra con le proprie, ma si fermò prima, quasi timoroso o titubante.
Quale Umano che non volesse essere considerato un maniaco si sarebbe avvicinato in quel modo a una sconosciuta, dopotutto?*
Mi dici come ti chiami?
*Un altro mormorio, mentre una mano si portava sotto al mento di lei e lui, dopo averle sfiorato la pelle del collo con la punta del naso, allontanava il viso quel tanto che gli consentisse di guardarla di nuovo negli occhi, e al contempo abbastanza da non rischiare di essere vicino al punto da avere le idee confuse.
I suoi piani erano altri, d'altronde, non poteva permettersi di rovinarli in quel modo.
E poi era anche maledettamente curioso di sapere come si chiamasse quella soave, maliziosa creatura uscita direttamente dall'Inferno più rovente...*


uh, si, in effetti è leggermente autoconclusiva.... ma fa parte dell'autoconclusivismo buono XD
 
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{Fancydream
view post Posted on 8/7/2012, 21:56




sheevadarya
E' una cosa eccitante giocare col fuoco, fare di tutto per provocarlo cercando di evitare ma rischiando al tempo stesso di venire bruciati da fiamme che non si pensava di conoscere o che al contrario si è conosciute molto spesso e ormai non si temono quasi più. Avevo fatto scorrere la mano sul suo collo, sfiorandogli la calda pelle per poi incastrarla tra i suoi capelli, sempre lentamente, beandomi di quel morbido contatto per poi premere col polso per attirarlo più vicino al mio viso. Il respiro aveva cominciato inesorabilmente a farsi più corto mano a mano che gli istanti passavano e il mio sguardo andava a posarsi sui dorati occhi di lui o sulle sue morbide e invitanti labbra.
Avevo voluto giocare e decisamente stavo rischiando di venir bruciata; nulla di grave o duraturo ma nonostante avessi cercato di confondere la mente di Dean quel desiderio che avevo cercato di imporgli stava lentamente nascendo e prendendo possesso anche della mia mente mentre l'istinto di gettarmi sulle labbra di quel ragazzo dai lineamenti perfetti andava a scontrarsi con pensieri remoti che classificavano quanto stessi facendo e quanto fossi intenzionata a fare come gesti insensati e stupidi se fatti con perfetti sconosciuti quale era il rosso dagli occhi così penetranti che sembravano in grado di scrutare le profondità dell'animo di chi si trovavano di fronte ma che al tempo stesso sembravano appartenere a qualcuno di molto superficiale, totalmente incurante degli altri. Tutto l'opposto di quello che le sue risposte mi avevano portata a credere.
Il sorriso si allargò sul mio volto al sentire quella risposta mormorata. Spesso preferendo la quantità si finisce per perdere di vista l'obiettivo e le peculiarità che da sempre caratterizzano il lavoro che si sta svolgendo inesorabilmente finiscono per scemare, lasciando insoddisfatti i clienti per l'assenza di qualità in ciò che viene loro offerto. Mettendo da parte i vini e la loro produzione, cosa a cui non ero neanche certa si stesse riferendo o comunque a cui certamente non avevo fatto completo riferimento io, quel discorso poteva essere esteso ad ambiti ben diversi e sicuramente più piacevoli anche se, bisognava ammetterlo, spesso anche l'alcol si rivelava una dilettevole compagnia.
Le mie labbra si dischiusero quando il viso di Dean si avvicinò al mio, dolcemente in attesa dell'esaudimento del desiderio e del compimento di qualunque cosa le parole mormorate unicamente al suo orecchio l'avessero spinto a fare. Mi aspettavo altro e certamente quella domanda, seppur pronunciata in modo suadente, mi sorprese toccando con irritazione il mio ego.
Ma potevo considerare quello come un fallimento? Quel delicato sfioramento del collo che mi fece reclinare lievemente il capo all'indietro mentre un piccolo sospiro, carico al tempo stesso di desiderio e scontentezza sfuggiva alle mie labbra. No, decisamente no.
Fui tentata di dirglielo, di rivelare quella piccola e insignificante ma al contempo importante parte di me che fino al momento ero riuscita a tenergli nascosta. «Sh.. Scoprilo..» mormorai tornando a guardarlo, intrecciando lo sguardo con quello dorato di lui, in attesa della sua prossima mossa, mentre il sorrisino malizioso continuava a rimanermi dipinto in volto, ora con intenzioni ancora più esplicite delle volte precedenti.

code by {Fancydream
 
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37 replies since 23/6/2012, 12:01   589 views
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